PONTEDELLOLIO

 
 

Chi lavora nel Distretto delle macchine utensili oggi lo considera quasi come un padre. Carlo Conti, indimenticato patron della Secmu (Società emiliana costruzione macchine utensili), è stato il pioniere della meccanica a Piacenza. Gira e rigira, dalla grande azienda lanciata sui mercati internazionali sino all’officina a conduzione familiare, tutte le strade riportano alla formidabile esperienza di Pontedellolio.

Non è un caso se il comune della Valnure, dopo il busto in marmo dedicato a Aldo Aonzo, l’ingegner Cementirossi, ricorderà l’imprenditore che inventò la fresatrice a corrent
e continua e quella a banco fisso. Domenica, 27 maggio 2007 saranno inaugurate la mostra fotografica in sala consiliare e la scultura ideata da William Xerra.

«Dopo i primi passi in via San Bartolomeo, a Piacenza, Conti era ritornato a casa con la Secmu – rammenta Gabriele Gasperini, presidente della Mcm – Io entrai negli anni Settanta e lui era già un “personaggio”: affabile ma esplosivo (specie quando sentiva parlare di sindacati), sanguigno e tecnicamente preparatissimo.

«Se una persona gli andava a genio, il giorno dopo era già assunta. Sapeva farsi voler bene e ha fatto molto per Pontedellolio: ricordo ad esempio, l’impegno a favore del coro Montenero. Ha insegnato un sacco di cose ai suoi collaboratori, dalle sue lezioni sono nate le aziente metal meccaniche della zona. Se a Piacenza abbiamo il distretto delle macchine utensili è soprattutto grazie a lui».

Anche Walter Gazzola, titolare delle “Rettifiche Gazzola”, lavorò alla Secmu dei tempi d’oro: «Vi restai fino alla fine degli anni Settanta e ancora oggi sono qui a parlarne. Ma è ovvio, perché quell’esperienza ha segnato l’economia della zona: tutte le altre fabbriche sono venute dopo. Pontedellolio deve molto a Conti: 340 persona a busta paga a quei temp non erano uno scherzo.»

Il fratello Gabriele Gazzola ascolta e condivide: «Anche le ditte artigiane sorte qui attorno sono legate a doppio filo con la storia della Secmu. Conti ha lasciato una tale eredità di conoscenza e sapere da alimentare l’intero distretto delle macchine da Pontedellolio giù fino a Piacenza.»

In attesa dell’inaugurazione ufficiale, la macchina di Conti che Xerra ha trasformato in opere d’arte è custodita all’Anca, in località Maglio. Romano Anselmi e Carlo Calandroni, i titolari della ditta, arrivano manco a dirlo dalla “scuola di via San Bono. «Quando ho iniziato a lavorare con Conti, nel ’58, eravamo ancora in città – ricor
da Calandroni. Posso dire di averlo conosciuto bene, siamo stati assieme per tanti anni, fino a quando mi sono messo in proprio. Lui era una che aveva visto lontano, credeva nelle persone che avevano voglio di fare e sapeva trasmettere la sua passione.»

Gabriele Carini, dipendente dell’Anca, era stato tra gli ultimi assunti alla Secmu: «Avevo 16 anni e ricordo benissimo io mio numero di matricola: il 359. È stato Conti il primo a scommettere sulle macchine utensili, lui ha dato vita al Distretto piacentino in anticipo rispetto agli altri. Ricordo che esportavamo in Brasile e qualcuno chiedeva di poter andare là».

C’È IL SAPERE CHE SI TRAMANDA

Carlo Calandroni, Gabriele Carini, Mario Cavanna e Romano Anselmi sono stati i custodi dell’opera d’arte dedicata a Carlo Conti nell’officina dell’Anca, in località Maglio. L’autore William Xerra più che scultura preferisce definirla “totem”: «È collocata di fronte all’ex stabilimento Secmu. Si tratta di una macchina progettata da Conti negli anni Sessanta. Le frecce in acciaio corten si stagliano verso l’alto a indicare le direzione che ha preso il sapere uscito dalla Secmu. Mentre il simbolo dell’infinito, in acciaio inossidabile speculare, testimonia che la lezione di Conti continuerà sempre».

Il collega Mario Cavanna superò i cancelli per la prima volta nel 1968. «Le  macchine evolvevano a gran velocità, ma Conti era sempre più avanti. Vinse anche il premio Mercurio d’oro. Ora le competenze sono spalmate su numerose imprese, all’inizio però la Secmu era l’unica. Gli altri sono venuti dopo e gli stessi terzisti hanno un passato legato a Conti. Una volta si faceva tutto all’interno della fa
bbrica: torneria, rettifiche, fresature, assemblaggio, revisioni e assistenza. Il ciclo era completo, più nell’autonomia di ogni reparto, non si affidavano i lavori alle ditte esterne. Le macchine originali Secmu resistono e funzionano ancora oggi».

Carlo Conti era nato a Pontedellolio il 26 maggio del 1922; si è spento a Lione il 28 maggio 1980, a 58 anni, debilitato da una malattia di cuore.

Durante la cerimonia per ricordare lui e la sua impresa è stata scoperta la scultura di William Xerra, collocata in via San Bono, di fronte al fabbricato costruito dalla Secmu. La raffigurazione artistica di Xerra è ispirata a una delle macchine operatrici che portarono il nome di Pontedellolio nel mondo; è completata da un assemblaggio concepito da alcuni degli ex-dipendenti di Carlo Conti.

 

CARLO CONTI E LA SECMU

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Vedute della scultura