QUADRI

 
 
 

Nasce a Milano nel 1527 in una famiglia ramo cadetto di una aristocratica famiglia milanese.

Gli storici dell’arte, che, nel XIX secolo, ne hanno rivalutata la grandezza dopo un lungo periodo di oblio, descrivono la sua vita articolata in tre periodi: il periodo milanese, il periodo alla corta degli Asburgo e infine l’ultimo periodo ancora milanese.

Arcimboldo inizia la sua attività artistica, sempre a Milano attorno al 1550. Assieme al padre, anch’egli pittore, lavora alle vetrate del duomo di Milano. Successivamente in modo indipendente lavora al duomo di Monza. 

Nel 1563 si trasferisce a Vienna dove entra alla corte dell’Imperatore Massimiliano. In quell’ambiente si sviluppa l’attività che gli dette una grande fama. 

Il suo stile viene definito manierista. La sua attività artistica si sviluppa con le cosiddette “Teste composte”, fisionomia grottesche ottenute attraverso bizzarre combinazioni di una straordinaria varietà di forme viventi o di cose. Molte di queste teste hanno caratteristiche per cui è possibile osservare la composizione sia in un senso che nel senso opposto di 180 gradi, ottenendo immagini compiute ma di contenuto diverso.

In diversi casi si sofferma su immagini delle quattro stagioni. In altri casi sviluppa immagini della natura: aria, acqua, terra, fuoco, etc.

Opera non solo come pittore ma anche come organizzatore si feste di corte sia a Vienna, sotto l’imperatore Massimiliano, che a Praga, sotto il suo successore Rodolfo II.

Nel 1587 torna a Milano dove la sua attività continua intensa. Proprio in questo ultimo periodo dipinge due dei suoi quadri considerati più famosi: Flora e il ritratto dell’Imperatore Rodolfo II nelle vesti di Vertumno, dio romano di origine etrusca.

Muore nel 1593.

 

GIUSEPPE ARCIMBOLDO