William Xerra da piccolo preferiva le figurine: una sorridente profezia, ecco l’artista visivo che già insegue l’imago mundi. Daniele Novara da piccolo giocava con le biglie e misurava la propria abilità e precisione nella competizione con i compagni. Da grande, nel 1989, fonderà il Centro Psicopedagogico per la Gestione dei Conflitti, con il desiderio di restituire ai bambini di oggi anche quello spazio di pacifico fare e quel tempo meno crudo.

Nella ricorrenza del ventennale della fondazione del Centro di via Campagna, il committente Novara e l’artista Xerra si ritrovano uniti da un gioco che molti conoscono come “cielo”. Celebrato in un bel mosaico, diventerà pubblico venerdì prossimo con una cerimonia aperta alla città. Non c’è solo una data da valorizzare, c’è il ricordo di una piazza dell’infanzia, San Sepolcro, vissuta da Novara, e il desiderio di affermare un diritto immutabile a divertirsi anche nelle strade.

Dunque ecco il dono per la città del Centro Psicopedagogico. Porta la firma di Xerra che ha agito come un maestro di bottega, servendosi dell’esperienza del mo
saicista Dino Maccini. L’opera verrà fissata dentro un’apposita intercapedine sulla facciata del Cpp. «Questo palazzo di origini seicentesche, comprato da mio padre negli anni ’60-’70 – racconta Novara – ospita il nostro centro e assieme all’idea di rifarne la facciata malconcia, mi è venuto il desiderio di un omaggio artistico alla città, al centro storico». Una tradizione per lo più religiosa e purtroppo in disuso, capace di riscatto però.

«Ho vissuto tanto in questo quartiere da piccolo, era una zona molto popolare negli Anni ’50 e ’60, c’erano tantissimi bambini come ne trovo oggi in Kosovo. E la Diocesi chiamò i salesiani per gestire l’oratorio di San Sepolcro, la cui piazzetta era un luogo dalla vocazione ludica».

A questa piazzetta s’affaccia l’installazione che intreccia il lavoro del Cpp a una vocazione personale e a una certa stagione, gli anni del boom, pieni di oneste speranze. «Sono grato a William per aver
accettato la proposta – prosegue Novara – È un grande autore che ha messo a disposizione la sua genialità». Il segno artistico serve a rendere visibile il segno pedagogico del Cpp, noto più in Italia e all’estero che a casa propria.

E sarà una leva per ripensare agli spazi cittadini: «Giochi per le    strade non se ne vedono più. È un peccato, abbiamo bellissime piazze, dovremmo dedicarne alcune ai bambini, invece sono piene di auto. Eppure il gioco all’aria aperta è occasione di crescita straordinaria – spiega Novara – Prendiamo “cielo”, non è un gioco in cui si vince. Per vincere devi superare un avversario, per raggiungere qualcosa devi superarti. Purtroppo oggi si educa all’agonismo, non alla sfida con se stessi».


Patrizia Soffientini

Da Libertà, sabato 18 aprile 2009.

 

Il gioco che arriva sino in “cielo”:

un mosaico per via Campagna


Firmato da William Xerra è un dono di Daniele Novara alla città

E una bambina futurista lancia il sasso

Bambina_futurista.html