QUADRI

 
 

OSVALDO LICINI

OSVALDO LICINI (20 marzo 1894 – 11 ottobre 1958)

Proviene da una famiglia marchigiana. Mi è venuto all’attenzione per alcune riproduzioni di suoi quadri sullo sfondo della trasmissione “Che tempo che fa”.

Nella sua vita artistica si distinguono sostanzialmente tre periodi: un primo periodo, fino alla fine degli anni Venti, in cui Licini si dedica soprattutto a composizioni di carattere figurativo, confrontandosi con la varie correnti del Novecento italiano, come futurismo, romanticismo, simbolismo senza tuttavia mai aderire ad alcuna delle varie correnti. Già in questo periodo si esprime sulla base di un carattere ribelle, anarchicheggiante.
Dagli anni Trenta comincia un periodo dedicato soprattutto alla pittura astratta. Nei quadri prevalgono le forme geometriche, il colore assicura una visione d’assieme.
All’inizio degli anni Quaranta inizia un nuovo periodo, detto del figurativismo fantastico. Nei suoi quadri prendono vita personaggi immaginari: angeli più o meno ribelli, la luna, la figura di Amalassunta e altre forme metaforiche.
Nel 1941 scrive al suo amico, il filosofo Ciliberti: «Ti scrivo dalle viscere della terra la “regione delle madri” forse, dove sono disceso per conservare incolumi alcuni valori immateriali, non convertibili, certo, che appartengono al dominio dello spirito umano. In questa profondità ancora verde, la landa dell’originario forse, io cercherò di recuperare il segreto primitivo del nostro significato nel cosmo.[…] Cessato il pericolo, non dubitare, riapparirò alla superficie con la “diafanità essenziale” e “senz’ombra”. Solo allora potrò mostrare le mie prede: i segni rari che non hanno nome; alfabeti e scritture enigmatiche; rappresentazioni totemiche, che solo tu con la tua scienza potrai decifrare.»