QUADRI

 
 
 

Nasce a Malaga nel 1881 in una famiglia piccolo borghese. Il padre è un pittore di modeste qualità.

Il giovane Pablo dimostra fin da bambino notevoli qualità artistiche nel disegno. Un evento importante nella vita e nell’attività artistica di Pablo è il trasferimento della famiglia a Barcellona nel 1896. Pablo apre un atelier e comincia a pubblicare quadri che ricevono una calda accoglienza. Questi primi successi lo spingono a trasferirsi a Madrid, dove tuttavia rimane un solo anno, ma sufficiente per ammirare e studiare i quadri di grandi pittori spagnoli: Velasquez, El Greco, Goya.

Nel suo ritorno a Barcellona, si associa a un gruppo di artisti che frequentano il locale Els Quatre Gats. In quella occasione stringe un’affettuosissima amicizia con Carlos Casagemas.

Le vicende amorose dell’amico, che lo hanno ben presto portato all’alcolismo e al suicidio, condizionano l’arte di Picasso. Siamo nel 1901. La morte dell’amico viene raffigurata nel quadro L’Evocation. I suoi quadri di quel periodo denotano una forma di sofferenza interiore, che si protrae fino al 1904. Si tratta di quello che storicamente viene definito come il periodo blu.

Nel 1904 Picasso si trasferisce definitivamente a Parigi. L’incontro con amici pittori, il poeta Guillaume Apollinaire, e l’incontro con quella che sarà la sua donna, Fernande Olivier. fanno trascorrere al pittore un periodo di felicità che si trasmetterà ai suoi quadri in quello che diventerà noto come il periodo rosa (dal 1905 al 1906).

Nel 1907 inizia quello che verrà definito il periodo africano e che culminerà in uno dei suoi quadri più famosi: Les Demoiselles d’Avignon. Il soggetto dell'opera è l'interno di un bordello barcellonese nel quale figurano cinque donne nude, realizzate però con un linguaggio clamorosamente innovativo.

Il quadro, e soprattutto la sua forma, apre nella vita dell’artista un periodo particolarmente intenso che porterà dal  1910 al 1912, assieme all’amico Braque, a quello che la storia dell’arte ha definito il cubismo. Nella definizione di un critico particolarmente attento a questa nuova forma, Douglas Cooper, il cubismo si può definire come “la ricerca di un maggior numero possibile di informazioni intorno alle figure a agli oggetti e, contemporaneamente, come il tentativo di inserire tutto ciò all’interno di una forma d’arte non imitativa e del tutto autosufficiente”.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Picasso si rifugia a Parigi, ma perde la gran parte dei suoi amici, che, in quanto francesi, vanno al fronte. Alcuni, come Apollinaire, vi muoiono. Conosce Cocteau, e con lui, alla fine della guerra si reca in Italia, dove, avvicinatosi alla cultura dell’arte e alla pittura italiana, viene indotto a una svolta stilistica, il cosiddetto Periodo neoclassico.

Tornato in Spagna, nel 1934 soffre e si oppone all’invasione di Franco e ne denuncia i crimini, commessi assieme ai nazisti, con un celebre quadro, Guernica, dove l’oggetto è la distruzione con bombardamenti arei della città.

Durante la seconda guerra mondiale si rifugia in una Parigi occupata dai nazisti, i quali considerano l’arte di Picasso un’arte degenerata. Pur non distruggendo i suoi quadri, gli fanno divieto di esporli in pubblico.

Alla fine della guerra Picasso riprende l’arte grafica, con le due importanti tele, La Guerra e la Pace degli anni Cinquanta.

In quegli anni si iscrive al Partito comunista, ma la sua presenza, a causa di un ritratto di Stalin giudicato scadente, non viene valorizzata.

Negli ultimi anni ricupera quadri di grandi pittori del passato, facendone delle derivazioni originali e interpretazioni personali: Velasquez, Delacroix, Cranach, Poussin, Rembrandt, David, Courbet, e Manet (La colazione sull’erba.)

Muore a Mougins, nelle alpi marittime francesi, stroncato da un edema polmonare acuto, nel 1973, all’età di 91 anni.

PABLO PICASSO