QUADRI

 
 
 

Nasca a Figueres, piccola città della Catalogna,  nel 1904 in una benestante famiglia borghese. Nella sua giovinezza due eventi contribuirono a influenzarne i sentimenti: la morte del fratello alcuni mesi prima della sua nascita e la morte della madre avvenuta quando Salvador aveva 16 anni.

Già durante l’infanzia diviene evidente il suo interesse per la pittura. Nel 1922 viene ammesso all’Accademia delle Belle Arti di San Fernando, a Madrid.

La seconda metà degli anni Venti sono gli anni del surrealismo e del suo interesse per Breton, movimento dal quale viene espulso nel 1934.

Dalí si accostò anche al movimento dadaista che lo influenzò per tutta la sua vita, e viene a contatto con Luis Buñuel e Federico Garcia Lorca, che diventerà suo intimo amico.

Sempre in quel periodo, a Parigi, incontrò Pablo Picasso, che aveva già sentito parlar bene di Dalí dal Joan Miró.

Sempre in quel periodo Dalí assorbì influssi da moltissimi stili: dalla pittura classica (Raffaello, Bronzino, Vermeer e Velásquez) all’avanguardia più estrema (Rafael Barradas).

Allo scoppio della seconda guerra mondiale si trasferisce negli Stati Uniti, dove permane fino al 1951, quando rientra nella sua amata Catalogna.

Nel suo lavoro Dalí si è ampiamente servito del simbolismo. La sua opera riflette il totale coinvolgimento dell’artista nell’idea freudiana dell’inconscio come stadio narrativo. Fatti marginali, come abituali azioni di tutti i giorni, diventano gli elementi sostanziali di un dramma bizzarro e allucinante (realismo allucinatorio).

Il simbolo degli “orologi molli” si riferisce alla teoria di Einstein che il tempo è relativo e non qualcosa di fisso. Un’altra simbologia ricorrente è quella dell’elefante, tipico simbolo fallico, la cui persistenza finisce per creare un senso di irrealtà. Altra immagine simbolica è l’uovo, e così via.

Grande giocoliere istrionico e, certamente un poco paranoico, Dalí dichiara: “Sono sempre stato anarchico e monarchico nello stesso tempo”.

Nel 1989 muore a Figueres, all’età di 84 anni, per un attacco di cuore mentre ascolta il suo disco preferito: Il Tristano e Isotta di Wagner.

 

SALVADOR DALÍ