QUADRI

 
 
 

Nasce Firenze nel 1835 e muore, sempre a Firenze nel 1901.

Proviene da una famiglia di artisti. Il padre Giovanni è stato stimato pittore al sevizio di Leopoldo II di Toscana.

Dopo un scuola all’Accademia delle Belle Arti, dal 1856 si dedica soprattutto a dipinti in plain air, assieme agli amici Odoardo Borrani e Vincenzo Cabianchi. Frequenta il gruppo di pittori del caffè Michelangiolo, e con loro sperimenta la novità della “macchia”.

Come gli altri macchiaioli si interessa al processo di unificazione dell’Italia e si arruola come volontario nell’esercito garibaldino. Alcuni dei suoi quadri di quel periodo hanno come oggetto imprese militari.

La sua vita è fatta di viaggi in diversi luoghi d’Italia (Venezia in particolare, ma anche la Romagna e le Cinque terre), ma anche all’estero.

A Parigi , nel 1861, conosce Corot e Troyon e si innamora del realismo di Courbet.

Il suo luogo di partenza, al quale non manca mai di tornare, è sempre la Toscana. Sempre nel 1861, trascorre un breve periodo a Castiglioncello e, assieme ad altri macchiaioli, fonda la lega e la cosiddetta “scuola Piagentina”.

Degli ultimi anni della sua vita sono diversi viaggi in Italia (l’Elba, Riomaggiore etc,) e in Europa (Parigi, l’Inghilterra, la Scozia, etc.)

La sua pittura ha come strumento di colore la “macchia”, che, nei quadri, determina anche la forma degli oggetti. I temi principali della sua pittura sono i paesaggi, scena di vita campestre o di vita paesana, e soprattutto le vie e i luoghi delle città che ha visitato e percorso, Firenze in primo luogo.

 

TELEMACO SIGNORINI