Veltroni e il referendum per la modifica della legge elettorale

Il sindaco di Roma lo appoggia «come stimolo al Parlamento, contro questa pericolosa legge elettorale che c’ è, che crea una crisi di sistema, e democratica». Ma non firma. «Se ho deciso di non firmare il quesito è solo per un motivo di opportunità, per cercare di evitare, vista la mia posizione, ogni possibile contraccolpo nella maggioranza e nel Governo, la cui sorte dovrebbe stare a cuore anche a coloro che, come il ministro Parisi, ne fanno parte»

Incredibile!!! E questo è il candidato quasi all’unanimità alla segreteria del Partito Democratico!!!

Non mi sono sbagliato nel manifestare la massima diffidenza nei riguardi della nascita di questo partito.
Non sarà un vero partito (come chi ha militato nel PCI intende, cioè una fabbrica di idee, un continuo confronto dei vertici con la base, un organizzazione che nella militanza aveva il suo punto di forza). Sarà solamente una organizzazione per affrontare le elezioni politiche, più o meno come lo sono i partiti americani.
E il leader (chiamiamolo così: né segretario, né presidente, parole storiche che mal si adattano) sarà il candidato alle elezioni.
Se le vincerà, si aprirà la caccia al posto istituzionale. Ognuno si farà forte delle diverse correnti (in America le lobby). E avremo costi sempre più dilatati per pagarci quello che viene definito, con bassa ironia, il costo della democrazia!!!

Bene, questo leader carismatico, che fa ritirare ogni possibile candidatura alternativa alle cosiddette “primarie” (il ritiro di Bersani è l’ultima novità), non ha il coraggio di firmare contro una legge che egli stesso definisce pericolosa!!!
Ha paura che gli venga a mancare l’unanimità? Grottesco! E sarà questo il suo modo di governare!?
Veltroni, conoscendo il tuo passato politico non mi hai deluso. Ma mi hai tolto anche quella flebile speranza che potevi darmi.
Il tuo discorso sulla sinistra di conservazione è andato bellamente a farsi fottere.

Che disastro: o te o Berlusconi!!!

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