LA PIOVRA RAI, di Denise Pardo

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Il titolo completo è: La piovra RAI – Sprechi, vizi e privilegi della televisione di stato. Il libro vorrebbe essere una denuncia del rapporto fra la RAI e la politica, e degli sprechi enormi che questo rapporto comporta. E indubbiamente l’esistenza di questi sprechi e di questo rapporto è ben documentata.

Purtroppo l’esposizione dà per scontato che il lettore conosca la storia di come si sono succedute le cariche al vertice RAI, e di quale sia la geografia operativa dell’azienda. Queste cose, invece, un lettore comune non le conosce, o non le conosce abbastanza bene da riuscire a seguire la girandola di nomi, cariche, spese, organizzazioni che nel libro illustrano i comportamenti RAI. Così si rischia di leggere pagine e pagine in cui si intuiscono comportamenti anomali o scorretti, ma non se ne comprende né la natura né la gravità.

Silenzio assoluto (o quasi) invece su quello che forse un lettore avrebbe capito di più: un giudizio sulla qualità dei programmi e come questa qualità, in positivo o in negativo, abbia trovato alimento nei vertici aziendali. Per esempio, nei vertici che si sono succeduti, come presidenti, come direttori generali, come direttori di rete, quale sia stata la politica editoriale, quale la qualità dei programmi, nella cultura, nell’informazione, nell’intrattenimento, nella scelta dei film, etc. Tutto ciò, che poi è quello che più importa, viene accennato molto di sfuggita.

Penso che un libro sulla RAI potrebbe avere una grande utilità. Non è il caso di questo libro specifico.

2 Commenti a “LA PIOVRA RAI, di Denise Pardo”

  1. pietro scrive:

    non la vedo allo stesso modo
    credo anzi che la Pardo abbia svelato un mondo che ai più era celato
    credo che la girandola di nomine poltrone e denaro di cui traccia un ironico quadro, siano chiarificatori della scarsa offerta di qualità su una tv che ancora ci ostiniamo a definire tv di stato
    in my opinion

  2. Rudy scrive:

    Sulla pesante critica alla RAI, siamo d’accordo. Sul come concretizzarla in modo che se ne capiscano le origini, evidentemente no.
    Grazie comunque per il commento.
    Rudy

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