Da IL VIOLINO (novella di Erri de Luca)

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Ecco come le parole si possono sostituire alle note per creare musica. Erri De Luca ha questo potere. Basta leggere l’incipit di una sua bellissima novella, IL VIOLINO.



 

Quando morì mio nonno mi venne quel potere: fissavo il suo violino e le corde suonavano da sole. Usciva una musica a onde, solfeggio di alveari, api sopra un campo di margherite. Era il violino delle sere, delle domeniche, dei balli. Il nonno lo suonava tornando a casa dal turno di lavoro in miniera. Era la sua destrezza e la consolazione. Credo che si lavasse con cura e si cambiasse i panni solo per abbracciare il suo violino.


“Come fai con quelle dita a suonarlo così bene?” Calava preciso sulla tastiera cieca i polpastrelli anneriti, spessi come cuoio, senza uscire di nota. Suonava musiche pensate nei cunicoli, con la luce in fronte e il buio alle spalle, quando la galleria grondava come la sua fronte. Tornava a casa con quelle note in testa e le faceva uscire a tutta forza e come era possibile che un legno così piccolo avesse tanta voce? Era musica scaturita tra un colpo di piccone e l’altro, suono che stava nella terra e che si liberava dalla scoria sotto i suoi colpi esatti. Estraeva ferro per la miniera e musica per sé, fracassando materia.


La domenica suonava nelle feste i motivi dei balli e dei canti. Mi portava con lui: ero muto ma mi spingeva a provare un grido. Ne usciva un “la” soffocato sul quale accordava il violino. Mi diceva che in galleria il piccone qualche volta produceva la nota colpendo una vena di pietra più compatta. “Tu e il ferro avete un diapason nel corpo.”
Suonava senza guardare la tastiera. Suonava per tutti e mai per denaro. “La musica si offende.” 
Restò nella galleria crollata, sepolto lontano dal violino. Dopo che mi finirono le lacrime, spuntò quel potere. Fissavo il violino e il violino suonava. Qualcuno mi spiava nell’ombra, sorrideva ascoltando quel gioco. C’è sempre un santo di sentinella a un’infanzia muta.

4 Commenti a “Da IL VIOLINO (novella di Erri de Luca)”

  1. silvia scrive:

    mi potete scrivere un riassunto urgente?!

  2. fabio 99 scrive:

    sfaticata fattelo il riassunto

  3. Rudy scrive:

    Confesso che non mi è facile riassumere uno scritto di Erri De Luca. Ci proverò. Il racconto ha per titolo “Il violino” ed è uno dei racconti che si trovano nella raccolta intitolata “In altro a sinistra”
    L’incipit serve per stabilire l’atmosfera musicale lungo la quale si dipana il racconto: il fanciullo non ama i cunicoli, le galleria delle miniere nelle quali lavora il nonno. Ama la musica del suo violino e questa musica egli la sente arrampicandosi sulle pareti delle montagne di casa sua. È muto, ma può emettere un suono, una nota, un “la”, sulla quale il nonno accorda il violino e a partire dalla quale il giovane ricostruisce nella sua mente la musica. Come le dita del nonno trovano le note sulla tastiera del violino, senza la necessità di guardare, così le dita del ragazzo trovano gli appigli che gli consentono di arrampicarsi sulla montagna. I forestieri lo vedono, lo ingaggiano per arrampicate con la corda e i chiodi, ma il ragazzino ama la libertà, non sopporta la corda che lo lega ad altre persone. Preferisce volare perché il volo desta in lui la sensazione che provoca la musica del violino del nonno. A causa delle sua mutezza, non verrà accettato alla scuola di alpinismo dove si formano le guide alpine. Ma la sua passione non lo tratterrà dal continuare le sue scalate, sempre accompagnato da una musica che egli continua a sentire nelle proprie orecchie, anche quando la presa sugli appigli gli sfugge ed egli vola precipitando da pareti sui ghiaioni delle montagne. Il ragazzo diventerà adulto, trascorrerà la vita lavorando nei circhi, dove apprenderà dagli acrobati esercizi sempre più arditi, e accompagnato dalla musica interiore del violino del nonno, farà acrobazie e farà emozionare il pubblico. In vecchiaia sarà ridotto a fare l’inserviente in un circo, ma l’amore per l’arrampicata, che è poi l’amore per la musica, non lo abbandonerà. In un ultimo esercizio, la presa gli verrà meno, ed egli cadrà ferendosi in modo grave. Sarà ricoverato in ospedale in un letto accanto ad un giovane che sembra essere anch’egli grave. Il vicino di letto indossa un paio di occhiali dai quali non si vuole assolutamente separare. Ad un certo momento, gli occhiali cadendo emettono distintamente e in modo cristallino la nota “la”. Il vecchio acrobata non resiste alla tentazione, e, pieno di tubi com’è, si alza per afferrare gli occhiali e renderli al suo proprietario. Ma gli occhiali non emetteranno più alcun suono: si sentirà solo il respiro sempre più debole del vicino di letto rimasto senza occhiali.

  4. ciao scrive:

    come mori il nonno ????

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