I VINTI (Michelangelo Antonioni, 1953)

Le violenze associate alla guerra sono entrate in profondità nell’animo dei bambini che ne sono stati testimoni degli aspetti più feroci. Questo ha fatto sì che, una volta faticosamente ricostruita la pace, molti di questi giovani, anche o soprattutto di famiglie agiate, hanno sentito riemergere il desiderio di esercitare quella violenza che ne ha condizionato la vita, non tanto per ragioni di sopravvivenza o di necessità, quanto per stimolo irrefrenabile, per ottenere visibilità, per essere considerati nel mondo. Il film è preceduto da frammenti di documentari che testimoniano la violenza gratuita. Questi giovani, invece di essere dei vincitori, come suggerito dalla loro ambizione, sono invece risultati dei vinti, e il regista narra le storie di tre di loro in tre diversi paesi: Francia, Italia, Gran Bretagna.

 

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Francia: un gruppo di ragazzi e ragazze è insofferente della vita monotona di studenti che viene loro imposta dalle famiglie. Sognano di evadere, e prendono esempio da un loro amico, Pierre, che ha smesso di studiare e si è dato ad affari di facili guadagni, o almeno così fa credere. Tutti assieme, usando i soldi di Pierre, decidono di fuggire in Algeria dove si immaginano di poter fare una vita libera e spensierata. Ma Pierre si tira in dietro, e allora i suoi amici decidono di ucciderlo per rubargli i soldi che sicuramente egli deve avere in grande quantità. Programmano l’assassinio, aiutati dalle ragazze che costruiscono l’alibi, e durante una gita uno di loro, André, secondo il piano elaborato, in un luogo appartato gli spara con la rivoltella sottratta al padre. Tuttavia i soldi che il ragazzo trova addosso a Pierre sono falsi, e quindi, preso da una crisi di rimorso, fugge. Ben presto il corpo di Pierre, ancora vivo, viene ritrovato dal guardiacaccia. André viene accusato e lasciato solo anche dagli amici complici. Distrutto nell’animo, viene accompagnato dal padre al commissariato di polizia.

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In Italia: Claudio è un figlio di buona famiglia, che ama la vita allegra e spende molti soldi. Questi soldi gli provengono da un’attività di contrabbandiere che esercita all’insaputa dei suoi genitori. Una brutta notte la Guardia di Finanza scopre tutto. Claudio fugge inseguito dagli agenti. Durante la fuga ne uccide uno, e quindi, cadendo da un’impalcatura si produce una brutta ferita. La sua ragazza cerca di aiutarlo, vorrebbe sapere le ragioni di quello stato, cerca di portarlo al pronto soccorso, ma Claudio non ci sta. Torna a casa, proprio mentre la polizia, che l’ha riconosciuto, è in procinto di arrestarlo. Le condizioni di Claudio tuttavai si aggravano rapidamente e il giovane muore fra la disperazione dei genitori.

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Gran Bretagna: Aubrey Hallan, un giovane con l’ambizione di scrivere poesie e col desiderio di diventare famoso, telefona a un giornalista per rivelargli di aver trovato il cadavere di una donna nascosto in un parco della città. Effettivamente il cadavere esiste e la polizia, avvertita, si reca sul luogo. Aubrey vuole una ricompensa per la notizia: vuole scrivere il pezzo giornalistico e vuole una fotografia in prima pagina. Tutto ciò gli frutterà una certa notorietà e una piccola quantità di denaro che egli utilizzerà puntando sulle corse dei cani. Ben presto però i danari finiscono e Audrey si reca di nuovo al giornale per ulteriori rivelazioni, e fra queste la rivelazione più importante: a uccidere la donna è stato lui, e non ha remore a che la polizia venga avvertita. Il suo è il classico delitto perfetto, del quale non esistono le prove, e anche la stessa confessione, quando venga ritrattata, non rappresenta una prova sulla quale condannarlo. Egli ha ucciso la donna proprio per dimostrare la propria intelligenza nel compiere il delitto perfetto e il suo meritarsi la celebrità. Ma i suoi calcoli si rivelano sbagliati. Nel processo la sua colpevolezza viene provata e Audrey è condannato a morte.

Il film è chiaramente a tesi con intenti educativi: mostrare ai giovani che la violenza, soprattutto quella gratuita, non solo non paga, ma alla fine costa molto salata.

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