MA NON È UNA COSA SERIA, di Luigi Pirandello

01.jpg

Si tratta di una commedia tutto sommato abbastanza leggera, basata su un matrimonio fasullo che alla fine, un po’ troppo bruscamente, si trasforma in vero, tanto che è si è costretti a pensare: ma quanto durerà?  Ovviamente è un interrogativo più che giustificato in un lavoro di Pirandello, dove la realtà presenta sempre innumerevoli risvolti. La trama trova alcune radici in due novelle, La signora Speranza (Non inclusa in Novelle per un anno) e Non è una cosa seria (Novelle per un anno: La giara). La prima rappresentazione avvenne al Teatro Rossini di Livorno il 22 novembre 1918. Fra gli interpreti, Emma Grammatica nella parte di Gasparina, Giuseppe Sterni nella parte di Memmo Speranza e Vasco Creti nella parte di Barranco.

La trama: Nel primo atto si assiste a una festa nella pensione di Gasparina. La tavola, al centro della stanza è apparecchiata, gli ospiti si aggirano discutendo e litigando fra loro. Si è in attesa dell’arrivo del festeggiato, Memmo Speranza. È reduce da un duello nel quale è stato ferito seriamente, ed ora, guarito, rientra fra la gioia dei vari ospiti e soprattutto di Gasparina, la giovane (ma sciupata) padrona della pensione. Memmo è stato ferito in duello con fratello della sua ex fidanzata che, ignorando ogni promessa, aveva abbandonato per un’altra. A tavola durante i festeggiamenti racconta l’episodio, e si giustifica asserendo di essere un uomo frivolo, che ama le donne e la libertà; non vuole, a seguito di una relazione, essere costretto al matrimonio; vuole poter passare da una donna all’altra senza limitazioni. Per evitare tuttavia di trovarsi nella condizione dalla quale è appena uscito, pensa che la soluzione migliore sia quella di sposarsi una volta per tutte. Ovviamente dovrà trattarsi di un matrimonio fasullo, fatto civilmente, e nessun rapporto amoroso dovrà intercorrere fra lui e la sposa, che andrà a vivere in una villetta fuori città che egli è disposto a donarle, dotata di tutti i confort oltre che di un giardino e un orto. La donna cui egli ha pensato come sposa fasulla è Gasparina: il suo aspetto di giovane donna logorata dal lavoro e di aspetto invecchiato, gli pare che vadano benissimo per la sua scelta. Fatto il matrimonio, ognuno a casa propria. La notizia fa inviperire uno degli ospiti, Barranco, un vedovo di una certa età, che è innamorato di Gasparina, anche se non le ha mai confessato nulla e soprattutto non le ha mai chiesto di sposarlo, perché, dirà in seguito, è ancora in lutto per la morte della prima moglie. Gasparina, dopo un po’ di incertezza, accetta la proposta di Memmo, e tutti, tranne Barranco, vanno al Municipio a festeggiare le nozze.

Nel secondo atto siamo a casa di Memmo. Egli appare nervoso. Si sta liberando della donna che ha vissuto con lui qualche mese. Ha saputo che la sua ex fidanzata è rimasta legata a lui. Non solo è fuggita di casa dopo il suo ferimento in duello, evidentemente non approvando il comportamento vendicativo del fratello, ma non è passato giorno che ella non abbia chiesto notizie di lui. Memmo è sconvolto da queste notizie, si rende conto di essere ancora legato a lei, ma il matrimonio contratto con Gasparina lo blocca. Teme di avere fatto una sciocchezza. Non potrà mai coronare il suo sogno d’amore con la sua ex fidanzata. Intanto Gasparina viene a trovarlo nella sua casa. Memmo si arrabbia, non vuole parlarle, ma Gasparina insiste. È consapevole della nuova situazione, ed è venuta per dirgli che ci sarebbe un modo per lui di liberarsi del matrimonio, anche se non esiste ancora il divorzio. E qual’è questo modo? Gasparina non glielo dice. Lo invita invece ad andare a trovarla nella sua casetta, quella che egli le ha regalato. Lei non ha il coraggio di parlargliene; al posto suo lo farà Barranco. Memmo la guarda con disprezzo, e chiaramente fa mostra di non essere interessato a quella che ritiene essere una bufala.

Nel terzo atto sono passati tre mesi dall’episodio del secondo atto. La scena è rappresentata dalla casa di Gasparina. Memmo a suo tempo non si era affatto recato a trovarla. Ora, esaurita la nuova infatuazione per la sua ex-fidanzata, ha promesso di venire a trovare la donna, anche perché è rimasto sconcertato dal suo nuovo aspetto che, da quando vive in campagna, è molto migliorato. Ora appare più giovane, più allegra, più portata alla felicità. Barranco viene a trovarla molto spesso ed è sempre intenzionato a sposarla. Ha escogitato il modo perché Gasparina possa annullare il matrimonio fasullo, e rendere così la libertà a se stessa, come anche a Memmo. Memmo finalmente arriva, e da Barranco viene a sapere il motivo che rende nullo il matrimonio: il fatto che non sia stato consumato. Gasparina conferma, facendo capire di essere ancora vergine. Memmo, sbalordito, con il suo fare solito, poco incline alla meditazione e al pensare, non ascolta più le argomentazioni dei due, ma si slancia verso Gasparina con complimenti, giurando di essere molto cambiato, di non essere più il libertino impenitente, di essere ora seriamente innamorato di lei. Ufficialmente è ancora sua moglie; ora dovrà esserlo anche di fatto. Barranco si infuria, protesta, vorrebbe porre un ostacolo al corteggiamento di Memmo per Gasparina, ma tutto è vano. Gasparina si sente sempre più lusingata dalle attenzioni dell’uomo, e alla fine decide di accettare la sua proposta di trasformare il matrimonio fasullo in matrimonio vero. Qui, conoscendo il carattere di Memmo come ci è apparso nel corso delle commedia, non si può fare a meno di chiedersi: durerà?

Se devo essere sincero, questa non è una delle commedie di Pirandello che più mi sono piaciute. Il tema è abbastanza trito, la soluzione abbastanza scontata, a parte la sottintesa domanda finale. Nell’edizione video di cui dispongo, trasmessa dalla RAI nel 1983, la regia è di Edmo Fenoglio, mentre gli interpreti principali sono Maria Teresa Martino nella parte di Gasparina Torretta, Tullio Solenghi in quella di Memmo Speranza e Ernesto Calindri in quella di Barranco. La recitazione è ottima da parte di Ernesto Calindri, nella parte di un vedovo moralmente ineccepibile, scandalizzato dal comportamento libertino di Memmo, in lutto da un anno per la morte della prima moglie, innamorato serio di Gasparina, e balbuziente, soprattutto quando si arrabbia contro Memmo. Anche Tullio Solenghi dà vita a un Memmo scapestrato, che sembra non interessarsi ai problemi altrui se non in funzione dei propri, irascibile quanto basta quando qualcuno sembra attraversargli la strada, con un tono di voce arrogante quando occorre, o dolcissimo in altre occasioni. Forse un po’ sotto gli altri due Maria Teresa Martino, nella parte di una donna priva di pretese, ma sensibile alle occasioni di felicità che le si offrono.

Scrivi un commento