EROS (Michelangelo Antonioni, Steven Soderbergh e Wong Kar-wai, 2004)

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È l’ultimo film di Antonioni. Si tratta di un episodio, Il filo pericoloso delle cose. Nel film ci sono altri due episodi: Equilibrium dell’americano Steven Soderbergh e La mano del cinese Wong Kar-wai. Nel passato, Antonioni diresse ancora due episodi in altri due film: l’episodio Tentato suicidio in L’amore in città (1953) e l’episodio Il provino in I tre volti (1965).

Nel suo episodio, Il filo pericoloso della cose, tratto dal suo romanzo Quel Bowling sul Tevere, Antonioni ci parla del rapporto fra un uomo Christopher (Christopher Buchhold) e due donne. Con la prima, Cloe (Regina Nemni) c’è un rapporto che sta andando in crisi. I due cercano in un viaggio di ritrovare luoghi che facciano rivivere una gioia che ora non riescono più a condividere: una cascata, sotto la quale una coppia sta amoreggiando, una spiaggia, antichi castelli, etc. Il rapporto fra visione romantica della natura e sesso si scontra: l’erotismo cerca altre strade, al punto che i due si dividono. Christopher si allontana, vede un vecchio palazzo in riva al mare, vi si reca. Nel palazzo vive una giovane bella fanciulla, Linda (Luisa Ranieri). Fra i due sorge attrazione. Si tratta di un’attrazione squisitamente erotica. Linda lo affascina, lo seduce. I due fanno all’amore. Poi Christopher se ne va, mentre Linda, ancora nuda dopo il rapporto, scende sulla spiaggia a dar sfogo alla sua vitalità e a prendere l’ultimo sole dell’autunno. Sempre su quella spiaggia incontra Cloe che, anch’ella nuda, cerca nei movimenti di danza del corpo un erotismo che Christopher non è stato più in grado di darle. Fra le due intercorrono sguardi che lasciano pensare a una nuova forma di rapporto erotico.

L’episodio di Steven Soderbergh, Equilibrium, è basato su un’analisi psicoterapeutica di un uomo, Nick Penrose, (Robert Downey jr.) che ha un sogno erotico del quale non riesce a liberarsi. Lo psicanalista, Dr. Pearl (Alan Arkin), eccitato dal racconto, mentre l’uomo è sdraiato sul lettino e non lo vede, scruta dalla finestra con un binocolo. Che cosa veda non appare: forse si immagina una scena erotica. Alla fine scaglia fuori un aeroplanino di carta.

L’episodio cinese, La mano, è più complesso. Una donna di grande bellezza, Miss Hua (Gong Li), è amante e mantenuta di lusso di un ricco personaggio, Zhang (Chang Chen). Per farsi abiti sempre nuovi e sempre più attraenti, fa venire alla sua abitazione l’assistente del sarto di fiducia, Zhao (Zhou Jianjun), giovane carino ma molto timido e inesperto. Miss Hua lo seduce ponendogli una mano sul sesso mentre il ragazzo sconvolto trema per l’emozione, ma non gli si concede. Vorrà sempre lui per le prove dei vestiti, ciò che determina fra i due la nascita di un’attrazione erotica che, nel ragazzo, assume una forma soffocante e di opprimente attesa, mentre nella donna quello che predomina è il gusto di controllare e solleticare le emozioni del ragazzo, senza tuttavia concederglisi. La donna, tuttavia, ha una parabola discendente, l’amante l’abbandona, non è più in grado di mantenersi, deve cambiare alloggio, si trasferisce in un albergo di bassa condizione, alla sera esce per fare la prostituta. Ha solo un momento in cui spera di riprendere, e allora chiama Zhao, per ordinargli un nuovo e più bel vestito. Ma la ripresa è illusoria, l’aspetto fisico della donna è decaduto, non c’è abito che possa rimediare. Zhao è sempre attratto e trascura il proprio lavoro. Alla fine la donna, non più padrona dello stimolo erotico, decide di concedersi al giovane.

Il film mi è parso un po’ forzato. L’episodio di Antonioni tratta l’erotismo in modo molto intellettuale. Diciamo che il tema sembra rivivere da suoi due film precedenti: Identificazione di una donna e Al di là delle nuvole. La scena di sesso centrale anche qui finisce per accaparrarsi tutto l’interesse del film. L’episodio più bello e più genuino mi è parso quello cinese: il ragazzo travolto ma incapace di prendere l’iniziativa, e la donna che sa come conquistare e indurre pur senza mai partecipare. Lo farà solo quando le sue doti saranno offuscate, pur con tutta la reticenza che una vita passata a condizionare le impongono.

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