IL DOTTOR STRANAMORE, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba (Stanley Kubrick, 1964)

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Dopo il capolavoro Lolita, ecco un nuovo capolavoro di Kubrick. Il tema centrale è l’assurdità dei sistemi di sicurezza militare in un’epoca in cui la bomba nucleare è entrata in gioco. In un eventuale conflitto, cambiano radicalmente le strategie. L’obiettivo non è più quello di vincere un’eventuale guerra, ma di evitarla, dato che questi strumenti di distruzione di massa sono tali da provocare, anche fra i possibili vincitori, enormi stragi. La parola chiave quindi è “deterrenza”. In altre parole: fare in modo che un attacco nucleare renda l’attaccante esposto a una reazione militare tale da determinarne la sconfitta, e assicurare così la vittoria all’attaccato. Questo dovrebbe scoraggiare ogni possibile tentazione di aprire le ostilità. Naturalmente il potenziale conflitto atomico è quello fra Stati Uniti e Unione Sovietica. Nel film l’analisi, esposta in modo sapientemente ironico, dei sistemi di “sicurezza”, quelli in grado di assicurare una sufficiente ed efficace deterrenza, parte ovviamente dalle forze armate americane e dalla flotta aerea permanentemente in volo. Dal punto di vista visivo il film è in bianco e nero e l’aspetto che domina le scene sono immagini aeree: valli, montagne, pianure desolate, batuffoli di nubi, etc. Alternate a queste sono le scene dell’interno di un aereo, claustrofobicamente contrastanti e quindi particolarmente asfissianti; infine a queste scene aeree si alternano quelle della sala operativa militare, arredata con un enorme tavolo rotondo, attorno a quale sono seduti decine di alti ufficiali, ministri e lo stesso presidente della repubblica, e illuminata da una luce algida che traduce in immagine la contorsione della menti alla ricerca di una soluzione che, proprio per quei maledetti sistemi di sicurezza, sembra impossibile trovare.

Il film si apre con una scena aerea. Un B52, uno degli aerei armati di bombe nucleari, permanentemente in volo di deterrenza, sta facendo rifornimento. Si tratta di una manovra di routine, ma ci apre gli occhi su questa formidabile macchina militare. Alla base principale di controllo della flotta aerea, il comandante, generale Jack D. Ripper interpretato da Sterling Hayden, comunica in via preliminare ai sottoposti, fra i quali c’è il colonnello Lionel Mandrake, ufficiale inglese di collegamento, interpretato da Peter Sellers, che è giunta notizia dai centri operativi che l’Unione Sovietica ha scatenato un attacco atomico contro gli Stati Uniti. Il suo compito ora è quello di mettere in atto tutti i sistemi di sicurezza previsti dai piani militari: chiusura della base; interruzione di tutte le comunicazioni per evitare eventuali infiltrazioni nemiche; sequestro preventivo di tutte le radio. E quindi dare il via alla deterrenza, comunicando ai B52 in volo di mettere in atto il piano R: attacco atomico contro obiettivi sovietici prefissati, e blocco di tutte le comunicazioni radio non precedute da un codice speciale che solo il comandante conosce.

La situazione è gravissima. La guerra nucleare sta per scoppiare con tutte le conseguenze del caso. Il colonnello Mandrake chiede spiegazioni al generale Ripper. Prima di tutto non è completamente convinto che l’Unione Sovietica stia attaccano il Paese (una radiolina da lui scovata, trasmette da tutte le stazioni musica da ballo); in secondo luogo, comunque, deve avvertire il suo governo di questa situazione. Per tutta risposta il generale Ripper, gli fa una specie di sermone sulla pericolosità dei comunisti. Da questo sermone emerge che il generale non è completamente sano di mente, e che l’azione ordinata è frutto di un atto di follia. La famosa sicurezza si dimostra così lacerata a causa di un semplice errore umano. L’errore però si dimostra irrecuperabile. Il generale chiude a chiave il suo studio per impedire al colonnello Mandrake di uscire, ed egli stesso è irraggiungibile dall’esterno proprio perché ha messo in atto tutti i sistemi di sicurezza.
La notizia di questo attacco preventivo giunge alla Casa Bianca. Al centro operativo del Pentagono il Presidente degli Stati Uniti, Merkin Muffley, sempre interpretato da Peter Sellers, ordina ai responsabili di richiamare immediatamente gli aerei. Ma questo, allo stato delle cose, non è possibile. Il generale Buck Turgidson (George C. Scott), responsabile della deterrenza, spiega che proprio i sistemi di sicurezza approvati dal governo fanno sì che il richiamo degli aerei, senza il codice previsto, non sia possibile. E il codice è noto solo a generale che ha ordinato l’attacco. E, sempre in base ai sistemi di sicurezza e di deterrenza, si sono create condizioni di uno sconvolgimento dell’ordine gerarchico per cui l’ordine di attacco nucleare, che spetterebbe solo al Presidente, è stato dato da un generale.
Il presidente, vista l’impossibilità di comunicare telefonicamente col generale Ripper, decide di mettersi in contatto con le autorità sovietiche, e contemporaneamente di ordinare un attacco militare alla base aerea di cui il generale Ripper è comandante.
Il film procede alternando scene che avvengono alla base, dove l’attacco militare ordinato dal presidente si conclude col suicidio del generale Ripper, e l’arresto del povero colonnello Mandrake messo ingiustamente sotto accusa; scene che avvengono sull’aereo B52, comandato dal maggiore pilota T.J. “King” Kong (Slim Pickens) che dà gli ordini opportuni usando il classico linguaggio militare che si ascolta nei film di guerra americani, e che prepara l’attacco; scene nella camera operativa del Pentagono, dove si realizza una discussione telefonica fra il Presidente USA e il presidente sovietico, dal quale si viene a sapere che la deterrenza sovietica è terribile: in caso di scoppio nucleare in terra sovietica, verrebbe innescata l’esplosione di un ordigno nucleare chiamato “Fine del mondo”. L’emissione radioattiva che ne seguirebbe sarebbe tale coprire il pianeta per almeno 100 anni, rendendo impossibile ogni forma di vita. Questo ordigno non è disinnescabile, e, come deterrenza ha il grave difetto di coinvolgere tutti, americani, russi e qualsiasi altro popolo.
Il Dottor Stranamore, direttore del sistema nucleare americano, interpretato ancora da Peter Sellers, viene convocato e spiega che il sistema è possibile e che gli USA non l’hanno adottato perché hanno preferito i sistemi più sofisticati.
La situazione potrebbe precipitare. Occorre assolutamente richiamare gli aerei. Questo finalmente avviene perché il colonnello Mandrake riesce a decifrare il codice che permette la comunicazione. Il richiamo sembra metter fine al gravissimo pericolo per tutta l’umanità, quando emerge un particolare che non sembra più rimediabile. Uno degli aerei non è tornato, non ha ricevuto l’ordine di richiamo. È proprio l’aereo del maggiore “King” Kong che è stato danneggiato da un missile russo che ha messo fuori funzione la radio. L’aereo ormai vola inevitabilmente verso l’obiettivo sul quale sgancerà la bomba nucleare che farà scattare l’esplosione dell’ordigno fine del mondo. Non c’è più possibilità di salvezza. Viene chiamato ancora il Dott. Stranamore per consigli. E qui il film entra nel grottesco assoluto. Il consiglio, che viene via via guardato con sempre maggior interesse dai circostanti, è quello di costruire nel fondo delle miniere di carbone, a migliaia di metri sotto terra, un ambiente vivibile nel quale ospitare per tutto il tempo necessario un nucleo di umanità che possa sopravvivere e ridare all’uomo il dominio del mondo una volta terminata la contaminazione radioattiva. Oltre all’uomo dovranno essere ricoverare specie animali e vegetali, e per garantire per il futuro una sopravvivenza sufficientemente numerosa, si dovranno ricoverare 10 donne per ogni uomo. Naturalmente gli uomini saranno scelti fra quelli con le doti più sviluppate, in modo che la nuova umanità sia formata da persone fisicamente e intellettualmente superiori.

In modo ironico, il film attribuisce il disastro finale non tanto alla mancata funzione dei servizi di sicurezza, ma proprio alla loro efficienza. L’ordine impartito da un folle determina la catena di eventi fatale. Gli aerei in volo sono contattabili e quindi richiamabili solo attraverso un codice. Questo codice segreto è conosciuto solo dalla persona che ordina l’attacco. I sovietici, una volta che il loro spazio aereo è stato violato, individuano con il radar l’invasore e vi puntano contro il missile. Il missile, tuttavia è deviato dai sistemi di sicurezza dell’aereo, che così non viene distrutto ma solo danneggiato, e non può rispondere ai richiami. La catena delle “sicurezze” si conclude con la distruzione del mondo.

I personaggi sono grottescamente raffigurati. Peter Selles interpreta tre parti diversissime tra loro: il maggiore inglese che cerca di convincere il generale Ripper dell’assurdità del suo gesto. La sua buonafede e il suo impegno vengono premiati dall’arresto da parte dei militari che sono riusciti a penetrare nella base e dall’accusa di omicidio; il presidente degli stati Uniti, persona debole che cerca di barcamenarsi fra le informazioni deliranti che gli giungono dai generali, e che litica infantilmente col presidente sovietico su chi è più dispiaciuto per l’incidente; il dottor Stranamore, strano figuro in carrozzella, con la mano destra indipendente, un linguaggio simil-tedesco (lo stesso linguaggio che si è avvertito in Lolita da parte del professore psicologo che convince Humbert a lasciare che la ragazza partecipi alle recite scolastiche), che detta consigli assurdamente cinici, e che si lascia scappare saluti nazisti, espressioni come “mein Führer!”, e che alla fine fa la grottesca descrizione di una umanità salvata che rinasce dalla prolungata permanenza sotterranea di pochi elementi maschili e molte donne.
Accanto a Peter Sellers, da citare un’esilarante interpretazione di Scott nella parte del generale Buck Turgidson, con una mimica facciale che oscilla in continuazione fra la consapevolezza del dovere da compiere come ufficiale sottoposto all’autorità del Presidente, e soddisfazione che le forze armate statunitensi siano all’attacco e possano mostrare tutta la loro superiorità rispetto all’avversario. Anzi, giunge fino ad arrischiare una macabra matematica della strage: portare avanti senza esitazione l’azione intrapresa dal generale Ripper potrà costare agli Stati Uniti al massimo 20 milioni di morti, mentre una politica attendista e non sufficientemente decisa potrebbe costarne un centinaio di milioni. Quindi meglio prepararsi alla deterrenza sovietica, e approfittare di una mossa che egli, tutto sommato, giudica vincente.
Infine il maggiore pilota “King” Kong, tipico texano che all’ordine di attacco parla di gigantesco corpo a corpo nucleare coi russi, indossa il cappello da cow boy, impartisce gli ordini all’equipaggio col linguaggio militare che si ascolta in modo caratteristico proprio nel film di guerra americani, e al momento di sganciare, data l’avaria dei sistemi automatici, decide di aprire manualmente gli sportelli della bomba, e finisce per cavalcare l’ordigno mentre scende verso il bersaglio.
Per ultimo, il generale Ripper, quello la cui pazzia dà inizio alla Fine del mondo, che nel suo sermone contro i comunisti, esseri cattivi che hanno come scopo la distruzione della civiltà interpretata dagli americani, usa un linguaggio caratteristico dell’americano medio che non sa e non vede nulla al di fuori del giardino della sua casa e che dei comunisti ha una paura mitica, vedendo spie, agguati, pericoli da loro rappresentati, dovunque, perfino in un fantomatico fluoroavvelenamento dell’acqua che provocherebbe danni irreparabili all’organismo.

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