L’AMICA DELLE MOGLI di Luigi Pirandello, 1927

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Una commedia che lascia un po’ perplessi. L’ambiguità che caratterizza la grande maggioranza dei lavori pirandelliani qui è molto stemperata, e il racconto tende a risolversi in una vicenda se non di normalità almeno di logica comportamentale, basata sugli sconvolgimenti indotti da una gelosia cieca e incontrollabile. L’ispirazione proviene da una novella dal titolo L’amica delle mogli, scritta nel 1918 e non compresa fra la Novelle per un anno, o meglio relegata in appendice.

La prima rappresentazione della commedia si è avuta a Roma, al teatro Argentina il 28 aprile 1927, da parte della Compagnia del Teatro d’Arte, protagonista Marta Abba. Il successo fu notevole sia di critica che di pubblico. Fra i critici ci fu chi ipotizzò un cambiamento di rotta del teatro pirandelliano. In realtà gli anni Trenta vedono una ripresa dello studio di Pirandello sull’ambiguità fra vita sul palcoscenico e vita dei personaggi che proprio sul palcoscenico prendono vita, con lavori come Questa sera si recita a soggetto, Come tu mi vuoi, Trovarsi, Non si sa come e il capolavoro incompiuto de I giganti della montagna.
Il titolo del lavoro è L’amica delle mogli, con sottotitolo “commedia” in tre atti. In realtà il termine commedia sembrerebbe abbastanza inappropriato, visto che sentimenti forti percorrono tutto il lavoro, che poi si conclude con una morte naturale e un omicidio.

L’inizio della commedia mostra Marta che sovrintende tutti i particolari della casa che ella stessa ha arredato per accogliere una coppia di sposi, Fausto Viani ed Elena. Marta è la figlia del senatore Pio Tolosani. Giovane donna di grande bellezza, di gusti raffinati, di splendida intelligenza, è un po’ il centro della compagnia di amici che frequenta la casa del padre.
Ad attendere Fausto con la moglie e per festeggiarlo è previsto l’arrivo di tutta la compagnia. Uno degli amici, tuttavia, Francesco Venzi, anticipa gli altri: vuol parlare da solo con Marta. Si viene così a sapere che questo Francesco, ora sposato con Anna, in realtà, a suo tempo avrebbe voluto sposarla, ma un po’ per il carattere altero della donna, e un po’ per il fatto che ella non gli aveva espresso alcun segno di incoraggiamento, aveva rinunciato e si era sposato con una donna considerata più brutta e più sciocca, Anna appunto. Ma l’amore per Marta non si è affatto assopito. Vorrebbe confessarglielo. La donna non glielo permette. Durante il dialogo si viene a sapere che una storia analoga ha coinvolto un po’ tutti gli amici che frequentano la casa del padre. Tutti erano nelle condizioni di chiedere la mano di Marta, ma nessuno ha osato farlo e tutti si sono sposati altrimenti. L’ultimo è stato proprio Fausto Viani, lo sposo che sta per arrivare con la giovane moglie, Elena. Marta è così rimasta sola. Soffrendo questa solitudine, ha sentito la necessità di farsi strettamente amica delle mogli, amicizia da tutte ricambiata. Ogni suo consiglio relativo alle varie situazioni, abbigliamento, acconciatura, rapporti col marito, viene considerato con grande attenzione dalle mogli e seguito gioiosamente. Questo rapporto di amicizia è tale da sfiorare la morbosità e da creare in qualche occasione situazioni di gelosia reciproca.
Gli ospiti arrivano, uomini e donne. La visita della casa strappa espressioni di gioiosa meraviglia. Marta tuttavia non può reprimere un senso di nostalgia. Fausto, il novello sposo, a suo tempo gli aveva manifestato il suo amore, ma la cosa non era andata in porto. Forse se le cose fossero andate diversamente, quella casa così bella avrebbe potuto essere la “loro” casa..
All’arrivo degli sposi la situazione, contrariamente alle attese, si presenta estremamente tesa. Elena è spaventata davanti a tanta gente. Ha una crisi isterica, non vuole salutare nessuno, vuole andare subito a letto. Marta non frappone indugi, entra nella camera da letto e con il suo modo raffinato e dolcissimo riesce a calmarla aiutandola a prendere sonno. Ma il malessere di Elena non è un semplice fatto passeggero. In realtà si tratta di una grave malattia di cuore e che la sua stessa vita è in pericolo. Il sapiente comportamento di Marta è tale per cui anche Elena non tarda a diventare sua amica, come già avvenuto con le altre mogli.

Nel secondo atto, Elena, costretta, a causa della malattia, a passare a letto la maggior parte del tempo, decide di uscire assieme a Marta e alle altre mogli per fare un po’ di shopping. Mentre si prepara viene sorpresa da Venzi. Questi, come già si intuiva fin dall’inizio, è una persona ambigua. Anzi, stando alle sue azioni, sembrerebbe una specie di Jago, il cui scopo è quello di mettere nella testa e nel cuore delle persone amiche sospetti che vengono giudicati mostruosi, tutto al fine di sfogare la sua crescente, ma insoddisfatta passione per Marta. E infatti l’aggressione comincia nei confronti di Elena, il personaggio fisicamente e psicologicamente più debole della compagnia. Fausto e Marta hanno instaurato un’amicizia che pare essere particolarmente stretta. Marta frequenta spesso la casa di Fausto per accudire, dice, alla moglie. La casa è stata arredata da Marta seguendo i propri gusti, non certo quelli di Elena, che non conosceva. Non si potrebbe pensare che sia Fausto che Marta pensino a un rapporto che potrebbe sorgere e formalizzarsi alla morte di Elena? Queste considerazioni, suggerite alla donna da Venzi, alimentano in lei il sospetto di un’intesa fra i due. Sospetto che ella giudica mostruoso, e che vuole respingere perché ama Fausto ed è molto amica di Marta. Ma il sospetto si pianta nel suo cuore come un pugnale e non la lascia più riposare. Respinge tuttavia l’invito di Francesco di allontanare da sé Marta.
Analogo discorso Francesco fa con Fausto: vuole che l’uomo confessi la sua attrazione per Marta. Attrazione che c’era già prima del matrimonio con Elena, ma che egli non è stato in grado o non ha voluto concretizzare, anche se appariva chiaro, da mille indizi, che Marta fosse innamorata di lui e che la casa, fatta seguendo il suo squisito gusto, era stata in realtà concepita come se ella avesse dovuto viverci con lui. Elena è consapevole di ciò, gli fa capire, mentendo, Francesco, e se non manifesta questo atroce sospetto è per non approfondire il solco che ella sente che li sta dividendo. Elena è una brava ragazza, ma come tutte le mogli degli amici di casa Tolosani, è Marta dipendente in tutto. Quindi il vero personaggio che turba i suoi rapporti famigliari è Marta; e per questo dovrebbe essere allontanata da casa loro. Fausto risponde a tono, il suo amore per Elena esclude qualsiasi altro tipo di trasporto, e quella che sente per Marta è solo amicizia e gratitudine per quello che lei fa per la moglie malata. E lo accusa di infondere sospetti iniqui per fini innominabili.
Un terzo colloquio, sempre nel secondo atto, mette di fronte Francesco e Marta. Francesco le fa direttamente l’accusa di aspettare la morte di Elena per mettersi assieme a Fausto, e nel contempo le ricorda di essere stato innamorato di lei prima di sposare Anna, ma di non avere mai avuto un segnale che lei avrebbe gradito una sua proposta di matrimonio. Per questo ha sentito la necessità di sposarsi altrimenti. Ma l’antico amore non solo non è morto, ma si è trasformato in passione. Si rende conto di non poter pretendere nulla da lai, in queste condizioni, ma deve comprendere la gelosia che viene suscitata in lui da un suo eventuale avvicinamento a Fausto dopo la morte di Elena. La confessione sconvolge Marta, che tuttavia mantiene il carattere di fredda cortesia. Respinge in tal modo le pretese di Francesco.
Ma Marta sembra destina a rimaner sola. Uno degli amici che frequentano casa Tolosani, l’ultimo arrivato, Guido Migliori vuole chiederla in sposa. Marta dovrebbe dare una risposta, che, stando alle sue inclinazioni, dovrebbe essere negativa. Elena, in preda al tormento creato dal sospetto interfogli da Venzi, vorrebbe che Marta accettasse. Questo chiarirebbe una volta per tutte l’infondatezza del sospetto. Ma Marte sembra irremovibile

Nel terzo atto Elena si è aggravata. Sta morendo. Marta le sta accanto, assieme a un infermiera per praticare le cure prescritte dal medico. Fausto è anch’egli presente, commosso dall’abnegazione dell’amica. Elena ormai non parla più, è in grado solo di lamentarsi. Venzi, senza farsi vedere, si aggira vicino alla camera da letto dove giace la donna, terrorizzato all’idea che la donna muoia, e che Marta e Fausto sarebbero così liberi. La donna tuttavia muore, e mentre Fausto affranto si lascia cadere su una sedia, Venzi furtivamente gli si avvicina e con un colpo di pistola lo uccide. Questo richiama gente, e prima di tutti Marta, che si precipita sul corpo dell’uomo disperata. Ora confessa apertamente di esserne innamorata, e sa che con la morte di Fausto anche la sua vita è terminata: rimarrà per sempre sola, mentre Francesco se ne va consolato dal fatto che Marta, che non può essere sua, ma non sarà mai più di nessun altro.

L’edizione cui faccio riferimento, in DVD, è quella messa in scena da Giorgio de Lullo nel 1968 e trasmessa dalla RAI nel 1970. I principali attori sono: Rossella Falk, nella parte di Marta; Romolo Valli nella parte di Francesco Venzi; Mario Valdemarini nella parte di Fausto Viani e Giulia Lazzarini nella parte di Elena. L’interpretazione è di altissimo livello. Il dramma della gelosia, la proiezione di uno Jago del XX secolo fatta da Romolo Valli è terribilmente coinvolgente, suscitando indignazione nerllo spettatore; la sofferenza di Elena, colpita al cuore dalla malignità del Venzi, è drammatica e violenta, combattuta fra una sentimento sconvolto e una ragione cui la donna tenta di aggrapparsi; la Marta di Rossella Falk è di alto livello, anche se fra le interpretazioni di Rossella delle commedie di Pirandello, questa non mi è sembrata fra le migliori. Di ottimo livello anche tutte le altre interpretazioni nei ruoli minori.

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