Archivio di febbraio 2013

BARRY LINDON (Stanley Kubrick, 1975)

sabato 16 febbraio 2013

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Ennesimo capolavoro di questo grandissimo regista. In questo film Kubrick si cimenta con un periodo storico insignito dalla grande eleganza della vita, delle ville o castelli, dell’arredamento, del modo di vestirsi, del modo di comportarsi della gente, in particolare della gente appartenente alla società superiore, quella definita dei gentiluomini. Anche la guerra entra nell’ambito di questa eleganza: le uniformi, il modo di marciare in pace e contro il nemico, lo sventolare della bandiere, il ritmo delle marce scandito dai tamburi. Anche la morte, sia quella in battaglia che quella in duello sembra ripulita dall’apparenza tragica alla quale si è abituati. Fotografie splendide, musica all’altezza. Come nei precedenti film, anche in questo Kubrick ama servirsi di brani di musica classica, fra i quali fa un particolare effetto, proprio per la sua eleganza, l’Andante con moto del trio in mi bem. magg. N° 2 op. 100 di Schubert. Altri brani famosi sono la Marcia dall’Idomeneo di Mozart, la Sarabanda dalla Suite N° 4 in re min. di Händel, e altri brani di Bach, Schubert, Paisiello e Vivaldi.

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L’AMICA DELLE MOGLI di Luigi Pirandello, 1927

giovedì 14 febbraio 2013

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Una commedia che lascia un po’ perplessi. L’ambiguità che caratterizza la grande maggioranza dei lavori pirandelliani qui è molto stemperata, e il racconto tende a risolversi in una vicenda se non di normalità almeno di logica comportamentale, basata sugli sconvolgimenti indotti da una gelosia cieca e incontrollabile. L’ispirazione proviene da una novella dal titolo L’amica delle mogli, scritta nel 1918 e non compresa fra la Novelle per un anno, o meglio relegata in appendice.

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ARANCIA MECCANICA (Stanley Kubrick, 1971)

sabato 9 febbraio 2013

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Altro film straordinario di questo regista. Qui il tema centrale è quello della violenza: della violenza gratuita espressa da una gioventù che ha perso ogni senso morale non avendo nessuna prospettiva per il futuro; e della violenza, altrettanto gratuita, utilizzata dalle autorità per reprimere la violenza giovanile anziché farlo dando le prospettive necessarie. Quello che il film intende denunciare, usando forme di ironia e di esagerazione, è proprio la gratuità della violenza che ha come scopo finale quello di provocare gratificazione in chi la compie. Un modo sublimato di esercitare la violenza è condizionare chi la commette in modo che in lui la violenza non dia più gratificazione ma sofferenza. È una specie di circolo vizioso, che apparirà particolarmente manifesto nel finale.

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L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA di Luigi Pirandello, 1922

martedì 5 febbraio 2013

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Si tratta del lavoro teatrale più breve di Pirandello. È stato composto nel 1922 su richiesta di Anton Giulio Bragaglia per una rappresentazione del Teatro Sperimentale degli Indipendenti di Roma. Pirandello non fece altro che prendere integralmente il testo di una sua novella dal titolo Caffè Notturno, scritta nel 1918, aggiungere alcune didascalie, e utilizzarlo per la commedia. La novella venne poi pubblicata con il titolo La morte addosso nelle Novelle per un anno nella raccolta “In silenzio”. I personaggi che danno vita al dramma sono solo due: l’uomo dal fiore in bocca appunto, e un pacifico avventore. La specifica sotto il titolo L’uomo dal fiore in bocca infatti è Dialogo.
La prima rappresentazione ebbe luogo a Roma, proprio al Teatro Sperimentale degli Indipendenti il 21 febbraio 1923, con la regia di Anton Giulio Bragaglia; Nino Meloni interprete principale, e Eugenio Cappabianca come pacifico avventore. La critica fu molto favorevole al lavoro e alla messa in scena, un po’ meno alla recitazione dei due attori.

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