TRASMISSIONE FORZATA I E II, di Dario Fo, 1988

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Si tratta di una serie di sketch rappresentati dal 1974-1980 e che sono in parte anche soggetti all’evoluzione del momento, soprattutto quelli che hanno un riferimento politico o a vicende internazionali.
La premessa è un annuncio di Andreotti (la cui immagine appare proiettata sulla sfondo) che non potrà più collaborare col gruppo di Fo. A Comunione Liberazione non piace la loro ironia.

Primo atto. Lo sketch iniziale è un colloquio drammatico (ovviamente di fa per dire!) fra Franca Rame e suo figlio Jacopo. Questi è disperato e informa la madre che un suo amico di scuola, che frequenta la casa dal tempo delle elementari, è innamorato di lei. Beh, si immagina la madre, sicuramente si tratta del classico transfer edipico: il ragazzo è innamorato della propria madre e riversa il suo affetto su di lei. Ma no, il problema è ben più serio per Jacopo. Egli confida di essere a sua volta innamorato della madre dell’amico, e che questa ricambia il suo amore solo se Franca si comporta dolcemente con il figlio. Quindi Franca dovrebbe aiutare l’infelice amore di Jacopo concedendosi all’amico… Naturalmente è facile immaginare la reazione di Sandra!
Lo sketch successivo è la rappresentazione di un concerto in cui Dario Fo fa da direttore d’orchestra e Jannacci fa il pianista. Fo avverte l’orchestra di essere piuttosto nervoso: dà il via con la bacchetta, ma visto che le cose non vanno come desidera, dapprima impugna una bacchetta lunga e bastona quelli che secondo lui sono fuori tempo, poi addirittura impugna una pistola e spara uccidendo gli strumentisti che sbagliano. Lo sketch finisce con Fo che butta alcune bombe a mano e che, dopo la completa distruzione dell’orchestra, suona il piano assieme a Jannacci.
Si parla del lifting, la chirurgia plastica che viene utilizzata per ringiovanire le persone: le donne, soprattutto ma anche gli uomini. In Italia, a differenza degli altri stati europei, la procedura è considerata umiliante e se ne parla a bassa voce. Franca Rame vuole fare invidia alle amiche e si mette in mostra mediante una telecamera improvvisata, dopo il recente lifting che ha fatto in Svizzera. Naturalmente ne esalta i grandi vantaggi, ma non può tacere tutti i problemi che la procedura alla fine comporta.
È in programma uno spettacolo basato su un tema specifico sul quale improvvisare delle canzoni: Fo, Jannacci e la Rame decidono per l’amore, ma in particolare l’amore filiale, l’amore per la mamma. E, comicamente, vengono fuori le diverse canzoni del repertorio canzonettistico che parlano della mamma.
Il successivo sketch ci porta in un episodio della resistenza. Alcuni partigiani, che hanno partecipato a una battaglia a Bologna contro i nazifascisti, sono stati ricoverati in un ospedale perché feriti. Una spiata fa sì che i nazifascisti li catturino e li portino nelle loro prigioni dove vengono torturati. Fra di loro c’è anche l’infermiera dell’ospedale, che racconta l’evento e le torture da lei subite. L’infermiera non parla e alla fine viene rilasciata, non prima, tuttavia, di essere violentata. Mentre esce dal carcere incontra uno dei partigiani che viene condotto alla fucilazione. Egli dovrà morire, e il partigiano le confessa è che gli dispiace morire perché non potrà vedere la vittoria della resistenza e la punizione che dovranno subire i nazifascisti. In conclusione Jannacci canta in dialetto milanese il canto di un partigiano che dovrà essere fucilato.
Poi Fo ci racconta, in grammelot, la storia del partigiano Luna, che deve partecipare ad un’azione bellica. Si tratta di intercettare i nazisti che hanno obbligato i contadini a radunare le loro vacche per portarsele in Germania. I partigiani le ruberanno a loro volta ai ladri e distribuiranno la carne di qualcuna delle vacche alla povera gente affamata dalla guerra.
Ma la polizia, quella attuale, evidentemente non tollera certe forme di ironia e arresta Franca Rame mentre sta raccontando i suoi rapporti con un giovane amico del figlio.
La scenetta successiva ci mstra Dario Fo e Franca Rame che discutono perché vorrebbero avere un figlio, ma non possono farlo, perché Fo è sterile. Si dovrà ricorrere alla procreazione eterologa. Cioè l’ovulo della moglie dovrà essere fecondato da uno spermatozoo estraneo. C’è una divertente discussione sui diversi tipi di DNA e quindi di patrimonio genico che il figlio fecondato da spermatozoi di origine ignota potrebbe avere. Vengono passati in rassegna i diversi luoghi comuni, compreso il fatto che la fecondazione anziché da parte di spermatozoi conservati di origine ignota, potrebbe essere effettuata con un rapporto diretto fra la donna e un donatore in persona.
Catena di montaggio in una fabbrica. Anche le donne ora vengono impiegate. Ma la loro presenza deve essere consona alla grazia femminile. Per cui verranno sottoposte a un corso nel quale le ripetitive manovre della catena di montaggio verranno insegnate con ritmo di danza. Ovviamente con effetti grotteschi.
L’ultimo sketch ne riprende uno già rappresentato: la mamma che ansiosamente si sveglia in ritardo e per andare in fabbrica, non accorgendosi che quel giorno è domenica e che avrebbe potuto dormire un po’ di più. (vedi Il risveglio, in Parliamo di donne).

Nel secondo atto l’introduzione è la stessa che si è vista in Parliamo di donne: Fo che interferisce continuamente con la presentazione di Franca, finché questa, per liberarsene, gli rompe sulla testa un vaso di fiori.
Lo sketch successivo è stato anch’esso già visto in Fabulazzo osceno (Arlecchino fallotropo) e ci racconta di Arlecchino che, per errore, ingurgita in eccesso una pozione che dovrebbe fare ingrandire il fallo.
Poi viene lo sketch delle risate. Una specie di concerto. Prima vengono chiamati i volontari che con le loro risate dovrebbe sottolineare la comicità di una scenetta recitata. Essi devono ridere secondo tempi stabiliti. Chi non lo fa viene espulso, anche in modo violento. Poi vengono chiamati i professionisti della risata, e vengono organizzati come un orchestra della quale Fo è il direttore.
Siamo in grave crisi economica. Il prezzo dei viveri è altissimo e le donne di casa danno l’assalto al supermercato, portando via moltissima merce senza pagare. Fra le donne c’è anche Franca Rame con le amiche. Portano a casa la merce e la nascondono perché i mariti, persone oneste, non devono saper nulla. La polizia, come reazione al furto di massa, fa perquisizioni in ogni casa, anche nella casa di Franca Rame. In casa c’è il marito, Dario Fo, che non sa nulla. Fra lui e l’appuntato che viene a fare la perquisizione si instaura un dialogo in cui alla fine l’appuntato, fra lo sgomento di Dario, finisce di esprimere comprensione e solidarietà per quelle donne. Naturalmente nello sketch ci sono situazioni comiche dovute ad errori nella merce rubata.
La mamma nonna. Possono le donne anziane avere dei figli? Una donna, Franca rame, è incinta nonostante l’età, oltre cinquant’anni. Ma il figlio non è suo, è della figlia, che non può o non vuole portare a termine la gravidanza. Naturalmente la situazione è grottesca e dà adito a comicità.
Dario Fo e Jannacci cantano in grammelot canzoni napoletane, francese, e swing, con effetti assai comici.
Infine Franca Rame riprende un soliloquio già presentato in altre occasioni (Vedi Tutta casa, letto e chiesa, Una donna sola): un dialogo con la vicina di casa in cui racconta la psudogioia di una vita familiare che invece si scopre essere una forma di schiavitù nei confronti del marito.
L’ultimo sketch è una rifacimento della scena centrale del film Casablanca, nel quale la Bergman chiede al cantante nero di cantare la canzone che evoca il suo amore con Humphrey Bogart. Naturalmente le scene del film sono incastonate in scene girate con Jannacci, Fo etc. con effetti comici che portano al coro finale.

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