LO STRANIERO (The Stranger), di Orson Welles, 1946

Orson-Welles-1945

1946. La seconda guerra mondiale è appena finita. Nell’animo della gente sta prendendo coscienza la presenza, nei territori occupati dai tedeschi, di campi di sterminio nei quali milioni di uomini soprattutto ebrei sono stati massacrati: le camere a gas, i forni crematori, fucilazioni, impiccagioni, torture. Nella coscienza della gente ci sono anche i volti e i nomi dei criminali responsabili di questi massacri. E c’è anche la consapevolezza che se molti sono stati individuati, arrestati, processati e condannati per i loro crimini, molti altri sono riusciti a fuggire e di molti di loro si sono perse le tracce.
Il mondo civile non è disposto a perdonare. Per cui, per ogni criminale fuggito, si mette in moto un meccanismo di ricerche che a volte hanno esito positivo, a volte no.

Il film girato da Orson Welles ha, come argomento, proprio la ricerca di un criminale nazista, Franz Kindler, riuscito a fuggire e a far perdere le proprie tracce, interpretato nel film dallo stesso Welles.
Il detective incaricato della sua ricerca, Mr. Wilson (interpretato da Edward G. Robinson) non riuscendone a venir a capo, prende una decisione coraggiosa: in carcere, in attesa di esecuzione, c’è un sottoposto del criminale, Konrad Meinike, criminale a sua volta. Decide di lasciarlo fuggire nella speranza che possa portarlo a scoprire il rifugio di Kindler. Meinike infatti va a cercare Kindler e lo trova, ma la galera ha cambiato il suo modo di pensare. Non è più un fervente nazista, ma un fervente credente in Dio, e invita Kindler a confessare i suoi crimini. Kindler se ne rende conto e teme che la sua presenza riveli il suo nascondiglio. Lo uccide, e ne seppellisce il corpo.
Kindler ora vive nella cittadina di Harper, nel Connetticut, dove è molto stimato. Svolge il ruolo di insegnante nella locale scuola, ed è conosciuto col nome di Charles Rankin. Il camuffamento si completa mediante il previsto matrimonio con Mary Longstreet, figlia di un giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. Indubbiamente il nascondiglio di Kindler è ben congegnato, e lo stesso Wilson, che ha perso di vista Meinike, è disorientato e non sa come uscire dal pasticcio.
La storia vuole comunque che Wilson, inseguendo Meinike, arrivi finalmente alla cittadina di Harper dove prende contatto con il giudice Longstreet del quale diventa amico e al quale rivela il suo ruolo di detective in caccia di un criminale nazista sfuggito alla giustizia. Frequenta così la famiglia del giudice, e in particolare il figlio Nicola che si impegna ad aiutarlo, e la figlia Mary.
Durante un invito a pranzo, conosce anche Rankin, che sembra essere un buon democratico, anche se dimostra un intenso odio nei confronti dei tedeschi che accusa di essere, sotto sotto, ancora nazisti e impregnati delle idee di Hitler. Giunge perfino a preconizzarne lo sterminio.
Alla obiezione che Marx non lo si poteva definire certamente un nazista, Rankin obietta che Marx non era un tedesco, ma un ebreo.
Questa affermazione mette in sospetto Wilson: solo un nazista può fare un’affermazione del genere. Nel frattempo viene trovato il cadavere di Meinike, che giaceva sepolto nel bosco.
Comincia così un’opera di sorveglianza alle spalle di Rankin che ha in Mary, ormai sposata al criminale, la chiave di lettura. Infatti Mary ha incontrato Meinike prima che venisse ucciso ed è al corrente che egli stava cercando proprio Rankin, ossia Kindle. Questo particolare, mai rivelato a nessuno, è ciò che, venuto alla luce, svelerebbe senza ombra di dubbio la vera natura di Rankin.
Il problema è che Rankin-Kindler ha capito ciò che si sta organizzando attorno alla propria persona, e cerca di convincere Mary a non parlare, a non rivelare nulla di ciò che sa, raccontandole una storia falsa, in base alla quale sarebbe stato costretto a incontrare e poi uccidere Meinike. Mary è innamorata dell’uomo, e gli giura che non rivelerà mai nulla di ciò che lo riguarda, ma Kindle è molto sospettoso, e alla fine prende la decisione di ucciderla. La morte della donna dovrà sembrare un incidente.
Si dà il caso che Rankin risulti essere un intenditore di orologi antichi, e si sa che ami aggiustarli quando si guastano. L’orologio centrale della chiesa, posto sulla torre campanaria, è guasto e Ranklin già da tempo si è proposto di aggiustarlo. Alla sera, dopo il lavoro, spesso si reca in cima al campanile raggiungendo l’orologio arrampicandosi su una lunghissima scala a pioli. Questa è l’occasione per uccidere la moglie facendolo sembrare un incidente. Rankin-Kindler sega uno dei pioli più alti, e quindi telefona alla moglie chiedendole di raggiungerlo al più presto sulla torre. Le raccomanda anche assoluta segretezza. Mary si accinge ad obbedire al marito, ma la sua cameriera, che era stata consigliata da Wilson di tenerle d’occhio, la costringe a tergiversare, e simula uno svenimento. Mary allora chiama al telefono il fratello Nicola e gli chiede di andare lui sulla torre ad aiutare il marito. Nicola esegue, assieme a Wilson, a sua volta avvisato. Si viene così a scoprire il tentativo di omicidio.
Kindle si rende conto che il suo piano è fallito. Questa volta tuttavia Mary, che è sempre stata dalla parte del marito capisce la situazione. Confessa a Wilson ciò che fino a quel momento aveva taciuto, e cioè dei rapporti di Rankin con Meinike. Ora esiste la prova che Rankin non è altro che Kindle.
Il finale è convulso. Kindle si arrampica sulla torre dell’orologio armato di pistola deciso a difendersi. Viene raggiunto da Mary, pentita del grave errore che ha commesso sposandolo, e che lo vuole uccidere. L’alterco fra i due è interrotto da Wilson che a sua volta è salito sulla torre. C’è una lotta e alla fine Kindle finisce precipita ponendo fine così alla sua ingloriosa esistenza.

Il film è sicuramente molto datato. È condotto col l’intensità del thriller, con frequenti colpi di scena che, fino all’ultimo, fanno sì che Kindle riesca a nascondere la propria identità, anche a costo di più di un omicidio. Le immagini contribuiscono a una suspence da parte dello spettatore, con un bianco e nero intenso, con forti contrasti che creano atmosfere misteriose. La recitazione di Orson Welles è straordinaria. L’aspetto iniziale di buon borghese abitante di una cittadina della costa orientale, contrasta frequentemente con occhi che al fondo mostrano una specie di crudeltà. Questa immagine di crudeltà che diventa sempre più marcata col proseguire della vicenda. Nelle ultime scene rivela l’espressione del vero criminale. Da notare che nel film, forse per la prima volta (ricordiamo, il film è stato girato nel 1946) vengono proiettati filmati reali dei campi di sterminio. Wilson, per convincere Mary ad aiutarli nel tentativo di incastrare Kindle, mostra alla donna un filmato dove appaiono le camere a gas e le centinaia di cadaveri che furono scoperti dall’eserciti americano nel lager tedeschi una volta liberati.

Scrivi un commento