LA PROMESSE, di Luc & Jean-Pierre Dardenne, 1995

Unknown

Roger è un personaggio che vive sull’immigrazione clandestina e lo sfruttamento degli immigrati, che vengono alloggiati con esosi affitti in scadenti camere ammobiliate di sua proprietà, e che lavorano in condizioni disumane in una sua impresa edilizia. In questa attività illegale è coadiuvato dal figlio Igor, giovane ragazzino che, per mantenere un’apparenza legale, ha un contratto di apprendistato in un’officina di riparazione automobili.

Con l’ultimo arrivo di clandestini c’è Assida col piccolo figlioletto, moglie e figlio di Hamidou, precedentemente immigrato dal Burkina Faso. I vari immigrati, di varie nazionalità, soprattutto rumeni discutono e pagano le loro quote, con la consapevolezza che non vi sono alternative. Hamidou, invece si trova in difficoltà: ha il vizio del gioco e perde cifre importanti, ed è sempre in debito.
Nel normale corso delle cose, c’è la visita di agenti del lavoro, che devono verificare la regolarità delle assunzioni. Tutti i lavoratori clandestini fuggono e si nascondono. Hamidou non ci riesce. Cade dall’impalcatura e si ferisce molto gravemente. Roger vieta al figlio di portare l’uomo all’ospedale per evitare inchieste. Igor assiste l’uomo e gli promette di accudire moglie e figlio. Alla morte Hamidou viene sepolto nel cemento della palazzina in costruzione.
Ovviamente la moglie è tenuta allo scuro: vorrebbe sapere dov’è il marito. Le si fa credere che sia fuggito per evitare i creditori dei suoi debiti di gioco.
Igor ha molta pena per la donna, che vede come una vittima di una scelta che lui non ha condiviso, cioè quella di lasciar morire il marito dopo la caduta dall’impalcatura e di tacerne la morte. E poi ha nel cuore la promessa fatta al moribondo. Fa di tutto per alleviare le difficoltà della donna. Roger si rende conto che fra il figlio e la donna intercorre un sottile rapporto che egli giudica pericoloso per l’impresa, e vieta al figlio di frequentarla.
Assida che, man mano che passa il tempo, è sempre più preoccupata per l’assenza del marito, lascia capire che intende mettersi alla sua ricerca. Se non dovesse riuscire a trovarlo, manifesta l’intenzione di rivolgersi alla polizia.
A questo punto Roger capisce che occorre liberarsene, essendo diventata un pericolo. In un primo momento le propone di tornare nel Burkina Faso, ma la donna rifiuta. Senza marito non intende muoversi. Allora Roger le fa pervenire un falso telegramma a nome del marito che le fa sapere di essere a Colonia, e la prega di raggiungerlo.
A questo punto Assida decide di trasferirsi, e si prepara alla partenza. Roger si offre di accompagnarla col furgone, ma Igor capisce il trucco. Il padre intende portarla a Colonia dove la venderà come prostituta. Mentre Roger fa gli ultimi preparativi, Igor salta sul furgone dove la donna è già alloggiata e parte. Inutilmente il padre cerca di inseguirlo e di fermarlo. Igor intende mantenere la promessa fatta a Hamidou in punto di morte.
Fra Igor e la donna ignara scoppia una discussione. Igor le rivela la trappola che il padre intendeva farle.
La donna riprende a cercare il marito. Si reca alla polizia senza ottenere alcun risultato. Sfugge a un tentativo di stupro. Alloggia sotto i ponti, dove trascorre la notte. Igor cerca di convincerla a smettere la ricerca del marito e a partire per l’Italia, dove la donna ha alcuni parenti a Carrara. Ma questa volta Assida non si fida più neppure di Igor e fugge.
Il bambino si ammala, febbre alta. Igor riesce a vincerne la diffidenza e ad accompagnarla in ospedale pagando le cure. Qui viene aiutata anche da un’infermiera del suo stesso paese, che la convince a recarsi da uno stregone guaritore. Il risultato di questa visita è la rivelazione che nel corpo del bambino c’è l’anima di un antenato molto irritato, che continuerà a provocare la febbre finché non verrà fatta giustizia nei suoi riguardi. Alla domanda se Hamidou è ancora vivo, il guaritore non sa rispondere.
A questo punto sembra che ad Assida non resti altro che recarsi a Carrara, presso i proprio parenti. Igor riesce a procurarle il biglietto per il treno ricorrendo a un deposito che aveva nella casa del padre. Qui Roger lo sorprende e cerca di trattenerlo, anche con promesse. Ma Igor non si fida. Riesce a immobilizzare il padre e ad accompagnare Assida alla stazione. Proprio qui, Igor, non si sente più di tacere alla donna la sorte del marito e le rivela l’episodio della sua morte. La donna ascolta in silenzio, poi, invece di proseguire lungo il marciapiede per prendere il treno per l’Italia, si incammina lungo un corridoio col bambino in braccio, seguita da Igor.

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