NATALE IN CASA CUPIELLO, di Eduardo De Filippo, 1934

Eduardo_De_Filippo

Luca Cupiello, napoletano puro sangue, è il capo di una famiglia che comprende la moglie, Concetta, un figlio, Tommasino, un fratello, Pasquale e, possiamo aggiungere Ninuccia, figlia sposata con Nicola Percuoto.

Atto primo
Siamo alla vigilia di Natale, in camera da letto. Luca ha la passione del Presepio, e ne sta costruendo uno con grande impegno. La cosa non piace né alla moglie, che la considera una passione infantile, né a Tommasino che lo disprezza.
In casa emergono le solite liti. Tommasino si rivela essere un ragazzo privo di iniziativa, sfaticato e Luca lo rimprovera in continuazione; Concetta lo vezzeggia come un figlioletto e al risveglio gli prepara la zuppa di latte e pane; Luca sgrida Concetta che non educa bene il figlio e soprattutto che non sa fare il caffè; Pasquale odia Tommasino e lo accusa di avergli rubato le scarpe e il cappotto; Tommasino si giustifica dicendo che, nel corso della sua recente malattia, il medico avrebbe pronosticato la sua morte in breve periodo, e che quindi né scarpe né cappotto gli sarebbero più serviti. E così, discussioni a non finire.
A un certo momento, con grande disperazione, arriva Ninuccia. Ha litigato un’ennesima volta col marito, del quale non è innamorata e che ha sposato su istigazione del padre. Ninuccia vorrebbe concludere il matrimonio andandosene, anche perché è innamorata di un certo Vittorio Elia col quale andrebbe a vivere. Anzi, ha scritto al marito una lettera nella quale confessa le sue intenzioni. La madre legge la lettera e, disperata, cerca di impedire che venga consegnata. La strappa di mano alla figlia, provocando un’esplosione d’ira della donna che porta alla rottura di soprammobili e del presepio che il padre sta costruendo. Disperazione di Luca e soprattutto di Concetta, che perde i sensi.
A questo punto tutti mettono da parte i loro screzi e corrono attorno alla donna svenuta. Occorre farla rinvenire. Viene portato dell’aceto che le viene fatto annusare. La donna si riprende, e approfitta per chiedere alla figlia di giurare di non spedire la lettera. Ninuccia, spaventata per il pericolo corso dalla madre, giura.
Arriva il marito Nicola, o Nicolino, come viene chiamato in famiglia. Naturalmente tutti gli si fanno sotto. Luca gli chiede i motivi dello screzio con la moglie, ma non ne emerge uno specifico. Sono i soliti dissapori fra moglie e marito. Intanto è ora di preparare il pranzo di Natale. I Cupiello vorrebbero un pasto leggero, ma Nicolino non è d’accordo. Egli è un uomo molto benestante e intende far sì che il pranzo di Natale sia ricco e nutriente e si impegna a fare acquisti adeguati. Luca intanto si dedica a ripulire la camera da letto invasa dai cocci provocati dall’ira di Ninuccia. Vede in terra la lettera incriminata, crede che sia di Nicola e, prima che questi esca, gliela consegna.
Atto secondo
È il giorno di Natale. Siamo nella sala da pranzo. La tavola è apparecchiata. Si attendono gli ospiti per dare inizio al pranzo. Arriva Pasquale, come sempre irritato contro Tommasino, che accusa di avergli rubato 5 lire. Arriva anche Tommasino, accompagnato da Vittorio Elia, un giovane che egli presenta come suo amico, e che in realtà, come sappiamo, è l’uomo di cui Ninuccia è innamorata. Mentre Tommasino e Pasquale escono per andare a cercare le cinque lire scomparse, Concetta si rende conto del pericolo. Per il pranzo sono attesi Ninuccia e il marito, e la presenza di Vittorio potrebbe scatenare la tragedia. È chiaro che Nicola, a causa dell’involontario errore di Luca, ha letto la lettera di Ninuccia e sa tutto sulla infedeltà della moglie. La reazione di Concetta è quindi quella di cercare di allontanare il prima possibile il giovanotto. Ma l’arrivo di Luca blocca tutto. A Luca il ragazzo, che gli viene presentato come l’amico di Tommasino, piace; è elegante, di bell’aspetto. Comincia a conversare con lui, gli mostra il presepio, e quando viene a sapere che Vittorio passerà il Natale in trattoria, lo invita a restare. Vittorio non vorrebbe, ma Luca insiste, nonostante i gestacci della moglie, terrorizzata all’idea.
E infatti, poco dopo arrivano Ninuccia e Nicola ai quali Luca presenta l’amico di Nicolino. Quando Nicola sente il nome del giovanotto lì presente, si alza la barriera. Dopo una richiesta di chiarimenti segue il gelo fra le due persone.
Intanto rientrano Pasquale e Nicolino, ancora infuriati l’uno contro l’altro. Luca chiede a Nicolino di leggere davanti a tutti la letterina che ha scritto per la madre in occasione del Natale, cosa che appunto, sia pure fra le solite discussioni, avviene. Poi i tre si appartano per organizzare i regali che hanno preparato per Concetta: un ombrello nuovo da parte di Luca e una borsetta in similpelle da parte di Pasquale. E lo faranno recitando poesie vestiti da babbi Natale.
Mentre questo avviene, Concetta che era in cucina, esce disperata. L’anguilla che doveva cucinare è scappata e ha messo a soqquadro la cucita. Tutti corrono ad aiutarla, compreso Nicola. Ninuccia e Vittorio restano da soli, e si chiariscono: sono innamorati l’uno dell’altra e si baciano. Proprio in quel momento rientra Nicola, che vede tutto e sfida a duello Vittorio. Ninuccia urla disperata mentre Luca, Pasquale e Tommasino, cantando canzoni natalizie, recano i doni a Concetta.
Atto terzo
Luca ha saputo che Nicola ha lasciato la moglie ed è partito, forse per Roma. Questo gli ha provocato un ictus cerebrale, e ora, semiparalizzato giace sul letto, farfugliando parole mal comprensibili, fra le quali si sente frequentemente il nome Nicolino, come un’invocazione.
Nella camera da letto, amici e amiche di famiglia vegliano sul malato e portano aiuto a Concetta, distrutta dagli eventi. Anche Ninuccia è nella stanza, oppressa da un terribile senso di colpa, sta vicino al padre, dandogli piccoli baci sulla fronte e sulla guancia. Anche Tommasino si dà da fare ed esce per spedire telegrammi a Nicola, con la preghiera di ritornare. Ma Luca non sembra riconoscere né la moglie né il figli. Il suo pensiero è sempre rivolto al genero.
Gli amici chiacchierano, vogliono sapere, propongono rimedi. Finalmente arriva il dottore. Visita il malato, e conclude che le cose stanno andando meglio, almeno così dice ai familiari; ma a Pasquale rivela che l’uomo ha le ore contate.
Mentre nella camera da letto avvengono questi fatti, si presenta Vittorio. Ha saputo dell’accidente capitato a Luca, e si sente in colpa. Vorrebbe salutarlo un’ultima volta. Supplica Concetta di lasciarlo entrare. Sono tre giorni che vaga davanti a casa in stato di prostrazione. Si avvicina al letto. Luca lo scambia per Nicolino e si rasserena. Chiama la figlia, prende le mani dei due le unisce e li invita a giurare di non lasciarsi più. Mentre avviene questa scena patetica, arriva veramente Nicolino, forse ancora disposto a ricucire il rapporto con la moglie. Ma la vista dei due che si tengono la mano quasi fossero benedetti da Luca, va su tutte le furie, a mala pena trattenuto e portato fuori dai presenti.
Luca non si accorge di nulla. Ora è felice. Secondo lui, la figlia si è riappacificata con Nicolino, e ora si lascia andare a pensieri elevati. Chiama vicino a sé Tommasino e gli chiede un’ultima volta: ti piace il presepio? Questa volta Tommasino non ha più il coraggio di dire di No, come aveva sempre fatto, e superando il nodo di pianto che gli stringe la gola, riesce solamente a dire Sì.

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