SHAKESPEARE: TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE BENE – DRAMMATURGIA

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Il titolo inglese è All’s Well, That Ends Well. La fonte della commedia è una novella di Boccaccio: la novella 9 della terza giornata del Decamerone. Il testo lo si può trovare qui

La trama, nella sue linee essenziali è la seguente: Elena, orfano di un celebre medico, è innamorata del conte di Rossiglione, Bertramo, che tuttavia la ignora. Betramo, orfano di padre, viene adottato dal re di Francia. Il Re affetto da una fistola inguaribile viene guarito dalle arti di Elena, che gli chiede di sposare Bertramo. Le nozze avvengono contrariamente alla volontà del conte. Questi, per non consumare il matrimonio, si reca a Firenze per combattere contro i Pisani. Per far sì che ella sia realmente sua moglie dovrà sottostare a due condizioni pressoché impossibili: indossare un anello che egli porta al dito, e avere in grembo un figlio di lui. Elena sa come fare. Convince una fanciulla fiorentina, Diana, della quale il conte è innamorato ma che gli si è sempre rifiutata, di fingere di cedere, in cambio dell’anello. Poi la notte, a giacere con Bertramo sarà lei, Elena, al posto di Diana. In questo modo si realizzeranno le due condizioni: anello e figlio.

Drammaturgicamente la commedia si può dividere in due macrosequenze. Nella prima Elena, innamorata di Bertramo, riesce a farsi da lui sposare, ma non a consumare il matrimonio. Ha la durata di sei giorni, e viene divisa in sei microsequenze, una per giorno. Nella seconda Elena sortisce l’inganno che le permetterà di adempiere alle condizioni postele dal marito. Questa dura tre giorni, che coincidono con tre microsequenze.

Prima macrosequenza (I,i – III,iv)
Prima microsequenza (I,i)
Si svolge a Rossiglione. Il conte Bertramo dovrà partire per Parigi dove sarà adottato dal Re. La madre lo benedice e intanto ci informa che ella, a sua volta, ha adottato come figlia l’orfana di un medico molto famoso, morto di recente, Elena. Questa è innamorata del conte, che tuttavia la ignora, e soffre per la sua partenza.
Seconda microsequenza (I,ii – I,iii)
Il giorno successivo Bertramo arriva a Parigi. Il re di Francia è affetto da una fistola che nessun medico è riuscito a guarire. Accoglie il giovane con grandi elogi rivolti al defunto padre.
Lo stesso giorno, a Rossiglione, la contessa madre di Bertramo viene informata dell’amore di Elena per il figlio. Elena, venuta a conoscenza della fistola del re, decide di partire per Parigi: ufficialmente per tentare di guarire il monarca; nei fatti, per potersi avvicinare a Bertramo, del quale non può fare a meno.
Terza microsequenza (II,i – II,ii)
È passato un altro giorno. A Parigi il Re è sempre indisposto. Nega aiuti che Firenze gli chiede nella guerra contro Pisa. Elena lo convince a sottoporsi alle sue cure e, come premio per l’eventuale successo chiede che il re le faccia sposare un nobiluomo di sua scelta.
A Rossiglione la Contessa segue con trepidazione le vicende di Elena e del Figlio.
Quarta microsequenza (II,iii – III,i)
Il giorno successivo a Parigi il Re si presenta alla corte guarito, con accanto Elena. Elena, ovviamente, fra tutti i nobili schierati scegli di sposare Bertramo. Bertramo rifiuta, ma il re lo impone e innalza Elena agli onori della nobiltà. Le nozze vengono celebrate, ma Bertramo non consuma il matrimonio e parte per Firenze, per fare la guerra contro Pisa. Lo accompagna un losco individuo che gli fa da consigliere, Parolles (i critici lo considerano un personaggio della stessa risma di Falstaff e dei suoi rapporti con Enrico V nelle altre tragedie shakespeariane).
Intanto a Firenze il duca si lamenta con i nobili francesi che il Re di Francia gli abbia negato l’aiuto richiesto.
Quinta microsequenza (III,ii – III,iii)
È passato un altro giorno. A Rossiglione la Contessa madre riceve una lettera dal figlio, che la informa delle nozze, e della non consumazione del matrimonio. Le invia Elena, con la quale non intende convivere. Per realizzare il matrimonio, Bertramo pone alla moglie due condizioni impossibili: che ella abbia al dito l’anello dal quale egli non si separerà mai, e che abbia in grembo un suo figlio. In conclusione, scrive Bertramo: «finché non avrò più moglie, non ho nulla in Francia». Elena, viste le condizioni impostele, decide di partire. Questo permetterà a Bertramo di tornare in patria.
Nello stesso giorno Bertamo arriva a Firenze, dove il duca lo mette a capo della cavalleria.
Sesta microsequenza (III,iv)
A Rossiglione la Contessa madre riceve una lettera da Elena, con la quale le comunica di essersene andata e di richiamare il figlio, visto che il motivo della sua assenza non c’è più. La Contessa è sconvolta dalla lettera, manda un messaggio per richiamare il figlio, e nel contempo spera che Elena ritorni anche lei, in modo da ricostruire la famiglia.

Seconda macrosequenza (III,v – V,iii)
Prima microsequenza (III,v – IV,iv)
Siamo a Firenze. Elena alloggia presso una vedova discendente da una nobile famiglia, il Capuleti, ora in condizioni di miseria. Elena scopre che Bertramo, comandante della cavalleria fiorentina e ammirato guerriero, è attratto da Diana, la figlia della vedova, e vorrebbe farla sua. Diana, ovviamente, difendendo il suo onore di vergine, lo respinge. Forse Elena può adempiere alle condizioni impostele dal marito. Nella giornata avranno luogo due inganni. Il primo è un inganno d’amore, derivato dal Boccaccio. Elena di nascosto si sostituirà a Diana, la quale fingerà di cedere alle profferte del conte in cambio dell’anello. Il secondo: Parolle, il perfido consigliere di Bertramo cadrà nella trappola tesagli da due nobili francesi amici del conte, e dimostrerà di non essere né valoroso né fedele.
A Bertramo nel frattempo viene comunicato che Elena è morta. Il dolore l’ha uccisa nel convento dove si è ritirata. Questo fatto lo convince a tornare a Rossiglione, abbandonando così Diana.
Seconda microsequenza (IV,v – V,i)
Si viene a sapere che il Re si reca a Rossiglione per trovare Bertramo e dargli in sposa la figlia del nobile Lafeu. Cosa possibile, data la presunta morte di Elena.
Terza microsequenza (V,ii – V,iii)
Il re, giunto a Rossiglione, riceve Bertramo. Questi, come impegno per le nozze, dona alla figlia di Lafeu un anello che ha al dito. Il re riconosce l’anello, quello che egli diede a Elena quando lo guarì dalla fistola. Bertramo nega, ma viene ulteriormente contraddetto dalla madre. In quel mentre arriva Diana, che accusa il giovane di averle tolta la verginità e di averle promesso le nozze. E conferma di essere stata lei a donare al conte l’anello in questione. La situazione è critica. Lafeu nega la figlia in matrimonio a Bertramo, e il re pretende di sapere come Diana sia venuta in possesso di quell’anello, che avrebbe dovuto essere al dito di Elena. Tutto si risolve con l’ingresso di Elena, che dimostra di avere soddisfatto le due condizioni che il conte gli aveva posto per la consumazione del matrimonio: al dito porta l’anello di Bertramo e in grembo suo figlio. Bertramo capisce l’amore che la giovane donna gli porta, e l’intelligenza con la quale lo ha dimostrato, e finalmente l’accetta come sua sposa.

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