Per le cartoline di Bertolucci il “graffio” di Xerra

Il pittore alla Rocca di Mamiano: un immenso piacere in questa impresa da illustrare

Per William Xerra è stata una consacrazione. In quello scrigno d’arte e “luogo magico” che è la Rocca di Mariano e che è una delle sedi culturalmente più prestigiose di Parma, dove ha casa la Fondazione Magnani-Rocca, opere di Xerra sono rimaste esposte accanto a quadri di Giorgio Morandi.

Una coabitazione che inorgoglisce ed emoziona allo stesso tempo l’artista piacentino. Il quale ha messo in mostra le 15 tavole originali che sono andate ad abbellire le pagine di un aureo libretto, le Cartoline illustrate di Attilio Bertolucci. Dunque una doppia preziosa coabitazione per Xerra, che troviamo fianco a fianco di un poeta di Parma come Bertolucci e di un pittore bolognese come Morandi. Cosa chiedere di più? La presenza, durante un pomeriggio di cultura ed arte dedicato al libro, di personalità del mondo culturale come Manfredo Manfredi, presidente della Fondazione Magnani Rocca, Gino Ferretti, rettore dell’Università di Parma, Carlo Gabbi presidente della Fondazione Cariparma.

Numerosi e qualificati gli interventi nel corso della presentazione del raffinato incantevole volumetto: anzitutto Ivo Iori, ideatore e curatore della collana; Gabriella Palli Baroni, curatrice del volume; e il filologo Fabio Zinelli. In particolare il giornalista e critico letterario Giuseppe Marchetta ha offerto testimonianze di affettuosa simpatia all’amico Attilio, di cui ha fra l’altro rivelato un sorprendente sostanziale “non amore” per i viaggi, che per lui restavano sempre una preoccupazione. Tra il folto uditorio anche l’assessore alla cultura del Comune di Piacenza Alberto Squeri ed altri piacentini giunti in quel di Traversatolo per ammirare insieme alle opere di Morandi e le righe di Bertolucci anche i lavori di Xerra Il quele nel suo succinto e gustoso intervento ha detto dell’«immenso piacere» che l’ha accompagnato nella sua impresa di «illustratore» di Bertolucci, e  dell’emozione che l’ha preso a vedere le sue tavole «esposte in questa sede» in un affascinante incontro ravvicinato con le tele di Morandi, Un evento, ma per lui soprattutto una festa di famiglia, alla quale si era presentato «in abito intero, come si va a un matrimonio o a una cresima o a un battesimo».

E di battesimo alla Rocca di Mariano, si trattava. Dal battesimo delle Cartoline illustrate, edite da Mup (Monte Università di Parma) e parte di una collana di grande rigore, le Opere inedite di cultura (che a primavera – è stato annunciato – potranno vantarsi di una nuova pubblicazione con un gruppo di poesie inedite di Umberto Saba)

D’appoggio al ciclo delle opere di Xerra – dove l’immagine del luogo diventa sintesi e idea – erano collocate anche altre tre sue opere, più grandi e mai esposte al pubblico, risalenti a una precedente esperienza del 1982, quando le aveva preparate per il suo libretto Malinconie.

Dunque, Xerra “poeta dell’immagine” compagno di strada di Bertolucci “poeta della parola” in una sorta di guida turistica, di invito al viaggio. I consigli di viaggio – un po’ ironici un po’ sentimentali – di un vagabondo poetante come Attilio in tandem con l’estro artistico di William, ed ecco questa breve ed elegante raccolta, che si può leggere anche come una carta geografica dei desideri che si allarga da Parla all’Italia e che racconta di luoghi di provincia, di un Paese della memoria; e lo fa con un tono rievocativo che lascia nel lettore, come ha osservato Marchetta «un senso di aura sospesa».

Queste “cartoline” postali parmensi e italiane di Xerra – illustrazioni su carta, variamente a inchiostro, matita, pennarello, tempera, acquarello, pastello, a volte a collage – si accostano idealmente alle Cartoline piacentine che aveva disegnato nel 1961. Ed anche a quelle altre che aveva prodotto e spedito, insieme al poeta statunitense Paul Vangelisti, nel 1996, quelle Luci e colori d’Italia in cui compare anche un souvenir di Piacenza, una duplice immagine di Xerra – in bianco e nero e a colori – con un fumetto di enigmatiche parole messo in testa ad uno del Cavalieri di piazza Cavalli, accanto ad un distico epigrammatico di Vangelisti che suona: «Proprio l’altro lato del fiume Po e passione – entrambi costretti a fare faville come un gigolo giù per la strada». Un “saluto” internazionale tradotto in quattro lingue, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Anche questi, come la Cartoline di Bertolucci, fogli sparsi di itinerari, “collezione” di ricordi, magia di luoghi e di tempi, “giustapposizioni” d’artista mai “gesti servili” d’illustratore, mai didascalia.


Umberto Fava

Libertà, 31/12/2006