CARTOLINE ILLUSTRATE

 
 
 

Quindici sono le opere preparate e scelte da William Xerra per accompagnare le Cartoline illustrate di Attilio Bertolucci, anzi, proprio per illustrarle, in occasione della presentazione del volume presso la Fondazione Magnani Rocca. Xerra ha lavorato sui testi di Bertolucci “piegando” in certo qual modo il suo registro espressivo (di prevalente stampo “frammentistico”) verso la vena “elegiaca topografica e regionale” che spesso ( e per ampia parte nel testi di Cartoline illustrate) scorre nella produzione del grande poeta parmigiano.

Fu Pasolini, in un suo scritto del 1956, a individuare tale vena, che si concretizza soprattutto attraverso una lucida e lirica auscultazione del sentimento dei luoghi. Le prose che hanno dato corpo a questo volume di Cartoline illustrate, che fa parte della collana curata da Ivo Iori “Opera inedite di cultura” della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Parma, presentano proprio questo sentimento come prevalente cifra espressiva e, partendo da esso, Xerra ne ha ricreato una consonante veste grafico-artistica, sempre in equilibrio tra “scrittura” e “visione”, tra “frammento” opportunamente individuato e suo inserimento in un più ampio contenuto di riferimenti e rimandi, fino a farsi immagine del tutto compiuta artisticamente.

A ben vedere, è soprattutto secondo questo processo che Xerra, come altri artisti della “poesia visiva”, opera: il “frammento” – che può essere semplice citazione grafica, sapiente reperto del passato artistico oppure mirato regesto del presente – viene fatto dialogare in una sentita corrispondenza espressa da una scrittura allusiva del testo (come in generale nelle opere che qui interpretano il testo bertolucciano) oppure allusiva in senso lato attraverso un profondo “significante” di altra natura (mnemonica, ad esempio verso il passato o di critica-confronto del presente).

L’assunzione del “frammento” è una strada percorsa da tanta arte moderna e contemporanea, che proprio attraverso di esso ci costringe a meditare sul significato profondo di “dissonanza”, a cui il frammento è naturalmente associato. Molto significative al proposito sono le conversazioni tra Kandisky e Schönberg proprio sulla “emancipazione della dissonanza”, così come le parole del critico Edgar Wind, che nel suo libro Arte e Anarchia scrive: «È un fatto psicologico certo che, quando i colori, le forme, i suoni o le parole appaiono in un contesto di ardite disgiunzioni o scontri, ossia liberati dal loro accompagnamento abituale, la loro qualità come senz’azioni brute viene percepita con nuova e fresca intensità».

Xerra, tra i maggiori protagonisti della “poesia visiva”, opera proprio secondo detti canoni, immettendo però all’interno di questo impianto teorico una certa decantazione di sentimenti, che non esclude (anzi, stimola) il sorgere spesso di una malinconia di fondo in grado di permeare le cose.

Un suo ciclo pittorico, a partire dagli anni ’80, è proprio intitolato Malinconia, e anche in questa mostra, che riunisce i quindici lavori della cartoline illustrate bertolucciane insieme ad alcuni quadri di quegli anni ’80, si ravvisa un registro espressivo che fa leva sullo stesso sentimento, così capitale nella nostra cultura e così ben suscitato dai versi di chiusura della poesia Malinconia che Antonio Porta compose, nel 1983, per un dipinto di William Xerra.


                  …Degli uomini

rimane la scrittura e il colore

immaginato per il giorno che viene.

 

LE CARTOLINE

CARTOLINE ILLUSTRATE E DINTORNI

Giorgio Morandi

William Xerra

Magnani Rocca

F o n d a z i o n e

Presentazione

12 dicembre 2006

COMUNICATO STAMPA

ARTICOLI DI STAMPA