POESIA

 
 
 
 
 
 
Padre del Tutto, ovunque e ognor dal Santo
E dal Savio adorato e dal Selvaggio,
Jèova, Giove, Signor, Gran Cagion prima!
A me ti ascondi, e questo sol mi sveli;
Che Tu sei Buono, ed io medesmo cieco.
Pur di scerner dal bene il male in questo 
Oscuro stato la virtù m’infondi;
E mentre al fato la Natura Annodi,
Sciolto da fren l’uman talento lasci.
Fa che più dell’Inferno io quello fugga
Cui coscïenza danna; e più che il Cielo
Quel siegua che m’impon; e i benefici
Di tua larga Bontà mai non rifiuti;
Chè pago è Iddio quando il mortal riceve.
Obbedirti è goder. Ma della terra
Al breve cerchio mai non sia ch’io stringa
Di tua Bontà lo spazio, o dell’Uom solo,
In mezzo a tanti Mondi, il Dio ti creda;
Nè le folgori tue con mano inetta
Scagliar presuma, o maledica io stesso
Quaggiù colui che tuo nemico estimo.
Se retto io son, di tuo favor mi afforza
perché tenor non cangi, e al core addita
Il cammino miglior, se ingiusto io sono.
Mi salva Tu da tracotanza insana
E dagli empj lamenti; e fa che lieto
Di quello io sia che tua Sapienza niega,
Come di quel che tua Bontà concede.
A sentir gli altri mali, e sovra i falli
Ch’io veggo, un velo a por m’insegna, ed abbi
Per me quella pietà che altrui dimostro.
Se picciol son, pel soffio tuo respiro:
Deh, ovunque a me sii guida, o ancora io viva,
Od oggi mora! Fa che in pace il pane
Mangi per questo dì. Ben tu conosci
Se altro, di quanto sotto il Sole appare,
A me convegna: il tuo voler si adempia!
A Te, cui tempio è il Vòto, ed ara i Cieli
Sono e la terra e l’Ocean, di tutto
Il gran popol degli esseri la lode
Suoni, e l’incenso di Natura ascenda.

(Traduzione di Michele Leoni, 1819)

PREGHIERA UNIVERSALE

di Alexander Pope

Alexander Pope, venerdì 31 agosto 2018

 
 
Realizzato con un Mac
successivo  
 
  precedente