POESIA

 
 
 
 
 
 

Le mie care tremule, che nelle aeree gabbie soffocavano,

soffocavano e smorzavano nelle fronde il balzante sole,

tutte abbattute, son tutte abbattute, abbattute;

non una risparmiata

di una fresca e docile e curva schiera,

non una a dondolare un’ombra,

quasi un sandalo che nuota o affonda

su prato, fiume, riva vagante, tortuosa, sinuosa d’erbe.


Oh, se sapessimo che facciamo,

a vangare e colpire,

mutilare, torturare il verde in rigoglio!

La natura è tanto tenera a toccarsi,

è così fragile creatura,

e, come a non fare più un occhio di questa

lucida veggente sfera basta una puntura,

a colpire a scavare,

là, proprio là ove intendiamo

curarla, la finiamo:

né sanno più indovinarne coloro che seguono la bellezza andata.

Dieci, dodici, soltanto dieci,

dodici colpi devastatori

disboscano la dolce singolare scena,

rurale scena, scena rurale,

dolce, singolare scena rurale.


Gerard Manley Hopkins (Oxford, marzo 1879)

 

I PIOPPI DI BINSEY

abbattuti nel 1879


di Gerard Manley Hopkins

Gerard Manley Hopkins, lunedì 30 novembre 2020

 
 
Realizzato con un Mac
successivo  
 
  precedente