Il Referendum

Oggi sono state consegnate alla Cassazione le firme raccolte per promuovere il Referendum di modifica della legge elettorale. E’ stata una grande vittoria della gente comune contro la casta dei signori dei politica. Le firme raccolte sono oltre 800.000!
C’era da essere preoccupati. Nessun partito si è mobilitato perché venissero raggiunte e superate le fatali 500.000 firme necessarie. Gli organi di informazione hanno seguito le indicazioni dei partiti, cioè sono stati silenziosi.

L’unico partito che si è schierato apertamente per il raggiungimento del quorum è stata Alleanza Nazionale. Ma con quale credibilità, visto che è stato uno dei partiti che ha votato la famigerata legge Calderoli? L’unico organo di informazione che ha fatto realmente informazione su questo evento cruciale della vita democratica in Italia è stata La7.
Per il resto, tutto è stato delegato al passa-parola.
E il passa parola, su un argomento così importante ha avuto successo. All’inizio la raccolta delle firme è stata stentata. I volontari si sono dati da fare, ma il clima stentava a formarsi.
C’era una grossa preoccupazione di base: se non si fosse raggiunto il quorum la casta avrebbe preso in ostaggio tutta la popolazione italiana. Il messaggio sarebbe stato chiaro e probabilmente irreversibile: agli italiani il funzionamento della democrazia non interessa. Che i politici facciano il loro mestiere o i loro affari, è irrilevante. La legge elettorale non sarebbe più stata modificata.
Questa tragica consapevolezza si è fatta strada piano piano, poi sempre più in fretta. Nell’ultimo mese, si sono rotti gli argini. I politici, la casta ha capito chi sarebbe stato il cavallo vincente. E allora si è assistito da una parte a una gara per salire sul carro del vincitore. Molti nomi illustri sono andati a firmare negli ultimi giorni, dandosi larga pubblicità. Dall’altra, finalmente, si sta assistendo ad un lavoro, che sembrerebbe serio: accordarsi su una nuova e democratica legge elettorale. Certo, non si riesce a sfuggire alla logica delle ricerca di formule che favoriscano il proprio partito. Ma il tempo è tiranno, e a un accordo occorrerà arrivare. L’alternativa (che è un po’ quello che poi vuole AN) è di andare al Referendum e dare al paese una legge elettorale che comunque mantiene diversi aspetti di antidemocraticità (ad esempio il fatto che non si possano esprimere preferenze), oltre a spazzar via in modo molto brutale tutti i partiti minori, che pur dovrebbero avere una voce in capitolo, come espressione di interessi reali, anche se limitati a minoranze.
Si cercano modelli: alla francese, con collegi uninominali e doppio turno, alla tedesca, proporzionale con alto sbarramento. Non saprei dire quale dei due sia il migliore. Il fatto è che questi sistemi elettorali, nei rispettivi paesi che li adottano funzionano. Sarebbe opportuno che ciò avvenisse anche da noi.

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