Die Entführung aus dem Serail da Zurigo (2003) su DVD

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È stato trasmesso qualche tempo fa da 3sat, ma esiste anche in DVD.

Si tratta di un edizione che non mi è sembrata eccezionale. Ma ha 
presentato qualche caratteristica degna di nota: 
anzitutto l’interpretazione che il regista (Jonathan Miller) ha dato dei 
sentimenti di Constanze. 
Certamente ella respinge le profferte del pascià Selim. Ma sembra che lo 
faccia più per tener fede ad una promessa fatta, che non perché Selim non l’attragga. Anzi, il suo atteggiamento nei riguardi del pascià è 
ambiguo, e lo si nota al suo primo incontro con Belmonte. Nel corso 
dell’aria “Wenn der Freude Tränen fliessen“, Constanze sembra essere 
quasi delusa, e certamente piuttosto distaccata. L’ambiguità poi cresce 
nel quartetto successivo. 
Naturalmente nelle scene successive, Constanze si dimostra essere 
innamorata del “suo” Belmonte, come da libretto. Forse un accenno all’ambiguità ritorna nel finale. Ma non è detto.

In secondo luogo mi è sembrata notevole l’interpretazione del pascià 
Selim fatta da Klaus Maria Brandauer, un grande attore tedesco che 
nell’opera riesce ad affidare al personaggio un vero ruolo. Selim 
trasmette, pur non avendo alcuna parte cantata, attraverso il tono di 
voce, attraverso i movimenti corporei e attraverso le espressioni del volto il suo amore per Constanze, e la sua delusione per l’evolversi 
delle cose, sapendo anche introdurre, nel suo comportamento, delle note 
di ironia molto piacevoli.

Altro aspetto molto gradevole è stata l’interpretazione di Patricia 
Petibon nel ruolo di Blondchen. Vivacissima, molto libera, con movimenti 
corporei, espressioni del volto e timbro di voce pieni di verve.

Gli altri personaggi, Piotr Beczala come Belmonte, Malin Hertelius come 
Constanze, Boguslaw Bidzinski come Pedrillo e Alfred Muff come Osmin, 
hanno fatto il loro dovere senza che vi sia da segnalare qualche aspetto 
di particolare eccezionalità. 
Della Hertelius si può dire che ha dato una buona interpretazione sia 
drammatica sia musicale, con buona coloratura, nelle due sua arie 
principali: Ach, ich liebte, war so glücklich” e “Martern alles Arten“.

La scenografia è minimalista: in pratica spazi contornati da pareti con 
porte, senza arredi. I costumi sono sontuosi, settecenteschi quelli 
degli “europei”, eleganti quelli delle donne, arabo-turcheschi quelli di 
Osmin e Selim. Tutto sommato piacevoli.

La direzione d’orchestra (Christoph König) mi è parsa troppo enfatica. 
In Mozart io amo il grande equilibrio tipico del classicismo.

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