AMSTERDAM, di Ian McEwan

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 Molly è morta. Era personaggio di rilievo in un’importante rivista di moda, persona ascoltata e molto influente sulle scelte, e arrogante nei rapporti umani; sentimentalmente e sessualmente libera, moglie di un editore ricchissimo, George Lane, che tutto sommato accettava questa condizione, anche se a denti stretti.

Molly, ad un certo punto della sua vita aveva incontrato la malattia: una malattia devastante per una persona attiva, intelligente con altissima autostima: il morbo di Alzheimer. Di questo era morta.

Al suo funerale, al momento della cremazione erano presenti alcuni dei suoi ex amanti: fra gli altri, il compositore Clive Linley, il giornalista Vernon Halliday e, in disparte e circondato dalla scorta, il ministro degli Esteri Julian Garmony.

Il libro ci conduce in un clima di false amicizie, vere vendette, tutte dominate da esagerate autostime, interessi di carriera, gelosie postume, con un finale che potremmo definire a sorpresa, tragico e comico nello stesso momento, anche se i segnali nel corso del libro sono numerosi.

Il compositore e il giornalista sono amici: amici intimi, seri, che presuppongono un reciproca fiducia al punto di affidare la propria vita l’uno all’altro. La malattia e la decadenza di Molly ha fatto grande impressione su entrambi, soprattutto sul musicista che oltre che essere stato amante di Molly ne è stato anche un grande amico e un grande estimatore.

Clive sta scrivendo una sinfonia, commissionatagli dal governo, la sinfonia del millennio. Come compositore ha un’altissima autostima, e se proprio deve paragonarsi a qualcuno si paragona a Beethoven. È ironicamente divertente la graduatoria di valore che fa di alcuni compositori contemporanei. Comporre è un lavoro che non si può svolgere se non con tutto l’essere concentrato sulle idee musicali che di tanto in tanto affiorano, e che quindi costringe a stare alla larga da polemiche, scontri vari di altra natura. Il suo rapporto col ministro degli esteri è di profonda antipatia e disistima, ma tutto si ferma lì. Nessuna polemica, nessuno sgarbo. In realtà si sa che il ministro è stato uno di quelli che ha votato per affidare la sinfonia del millennio a lui.

Vernon Halliday dirige un giornale in declino “Judge”, destinato alla chiusura. È una persona tendenzialmente pratica, senza una grandissima fantasia, preoccupato per il suo giornale. È stato infatti messo al posto di direttore, senza l’entusiasmo di nessuno, dopo altri che si erano dimostrati incapaci di ricuperarne le sorti. La sua nomina è stata sostenuta soprattutto da George Lane, che possiede una piccola percentuale della azioni del giornale. Nel passato è stato per un certo periodo amante di Molly.

Clive, dopo i funerali di Molly, avverte qualche sensazione fisica, che lo preoccupa. Il terrore di fare la fine di Molly si impossessa di lui: guai se dovesse precipitare in quello stato di perdita delle funzioni cerebrali. Non lo sopporterebbe. In un momento di debolezza e di sentimento di amicizia chiede a Vernon di praticargli l’eutanasia in un simile caso. In Olanda ci sono medici senza scrupoli che per soldi si prestano. E delega l’amico al giudizio su quando questo eventuale momento dovesse arrivare. Vernon lo rassicura, e chiede in cambio un favore reciproco.

A questo punto si apre il dramma che porterà alla fine.

Da una parte Clive, per trovare ispirazione alla ricerca della melodia principale che dovrebbe caratterizzare la sinfonia del millennio, fa quello che in altre occasione ha fatto: si affida a una gita solitaria sulle montagne del nord. E’ stagione fredda, la via è solitaria. Arrampicandosi e lasciandosi catturare dalla natura selvaggia, vede un diverbio fra un uomo e una donna, diverbio che ben presto diventa fisico. Clive rimane imbarazzato. Correre in aiuto della donna? Si potrebbe vedere più da vicino, ma in quel momento la famosa melodia, che stava disperatamente cercando affiora alla sua mente. Meglio non distrarsi, altrimenti la melodia potrebbe sfuggirgli. Poi, per giustificarsi, pensa che magari i due sono semplicemente marito e moglie che litigano.

Così Clive, con la sua melodia ben piantata in mente e sugli appunti, rientra a Londra.

Dall’altro canto Vernon riceve un invito da George Lane. Ci sono delle fotografie che compromettono in modo pesante il ministro degli Esteri: lo ritraggono come un travestito. Queste foto sono state scattate da Molly, e ora sono nella mani di George. Un’occasione per vendicarsi di un ex-amante della moglie. George chiede a Vernon di pubblicarle, non rivelando tuttavia la fonte. Le foto avranno il duplice scopo di rilanciare il giornale e di interrompere la carriera politica di Julian Garmony, lanciato al ruolo del Primo Ministro, e giudicato dai progressisti un reazionario.

Vernon accetta e comincia a preparare giornale e pubblico per la pubblicazione. Le vendite, a causa del preannuncio, aumentano subito, ma la redazione trova sconveniente degradare il giornale a un foglio di pettegolezzi, e si tiene a distanza. Vernon va da Clive a chiedere aiuto, ma Clive trova non solo sconveniente la pubblicazione, ma la considera un affronto a Molly, un tradimento a questa donna, che non avrebbe mai acconsentito ad un uso così volgare di quelle foto fatta da lei a un amante che le aveva dimostrato fiducia.

L’atteggiamento di Clive irrita profondamente Vernon e fra i due l’amicizia si rompe.

Nel frattempo al giornale arriva la notizia che è stato arrestato uno stupratore di donne che operava proprio fra le montagne dove Clive aveva fatto la sua passeggiata. Vernon telefona a Clive, viene a sapere della scena di cui è stato testimone, e lo invita a recarsi alla polizia e rivelare il fatto. L’uomo della coppia che stava litigando potrebbe essere lo stupratore. Clive si rifiuta: sta elaborando il finale e cerca una variazione alla melodia che renda l’opera significativa. Vernon si vendica. Telefona egli stesso alla polizia e rivela l’avventura di Clive.

Il libro a questo punto assume una simmetria di eventi che porteranno alla conclusione tragicomica.

Da una parte Vernon va incontro a un clamoroso insuccesso. Le foto vengono pubblicate, ma subito dopo, con maestria professionale, la moglie del ministro degli Esteri, celebre chirurgo infantile che con i suoi interventi ha salvato molte vite, partecipa a un servizio televisivo in cui esalta se stessa e di conseguenza il marito, dando un immagine commuovente della coppia. Richiesta di un parere sul direttore del giornale che ha pubblicato le foto, parla di mentalità da ricattatore e moralità di un pidocchio. Vernon, il “pidocchio” per l’opinione pubblica, è distrutto e finisce licenziato.

Dall’altro lato, Clive è in ritardo per la consegna dello spartito della sinfonia all’orchestra che è già riunita per le prove al Concertgebow di Amsterdam. Si tratta di effettuare la variazione alla melodia che darebbe significato a tutta l’opera. E un momento delicatissimo, interrotto però dalla richiesta della polizia di recarsi a deporre sull’incontro avuto in montagna. Occorreranno un paio di giorni. Addio variazione significativa! Clive si recherà ad Amsterdam senza la variazione. Le prove andranno avanti comunque. Non c’è più tempo.

La sera della prima si farà un grande ricevimento. Clive sarà presente, e anche Vernon. Clive ha preparato due bicchieri di champagne: in uno ha messo una specie di sonnifero destinato a Vernon. Anche Vernon, quando entra, ha in mano due bicchieri di champagne. I due amici se li scambiano e entrambi entrano in un sopore inarrestabile, durante il quale medici compiacenti, ben pagati, iniettano il veleno che si usa nell’eutanasia.

I due amici sono morti. L’aver affidato la propria vita l’uno all’altro ha portato a questo epilogo. Come se non bastasse, per entrambi la morte ha segnato anche la fine del successo che avevano avuto in vita. Il posto di direttore del giornale viene occupato dal redattore che a Vernon era particolarmente antipatico. I critici parlano con disprezzo della Sinfonia del millennio e del suo compositore, rilevando che la famosa melodia non era altro che una scopiazzatura dell’Inno alla gioia di Beethoven. Ma anche il ministro degli Esteri trova una conclusione amara. Nonostante il ricupero avvenuto in occasione della conferenza stampa della moglie, la sua carriera politica si interrompe, senza infamia, ma anche senza lodi.

 

Il libro è bello. Narrato con delicatezza, ci conduce nei meandri di due psicologie interessanti: quella del compositore, dei modi in cui la musica si materializza nel cervello del compositore, della sua autostima, del tranciare giudizi sui colleghi del tempo antico, ma anche attuali, del suo modo di lavorare disordinato ma creativo, della sua adorazione, come amante ma soprattutto come amico di Molly, delle sue paure patofobiche, e infine della sua vigliaccheria, quando rinuncia a compiere un atto di coraggio per rifugiarsi in un atto creativo, vero o falso che sia.

L’altra psicologia, quella di Vernon, è quella di un direttore che deve rilanciare un giornale in declino. Non è un genio: è in perenne contrasto con la redazione, che è più interessata alla qualità del lavoro che al rilancio in qualsiasi modo del giornale; sposta i diversi redattori alle diverse rubriche a suo piacimento; è poco interessato alla professionalità, molto di più al suo potere. Anch’egli non abbonda certo in coraggio, e l’episodio della pubblicazione di foto scandalose che riguardano un importante ministro gli sconvolge la vita alla ricerca di appoggi e consensi.

Due caratteri molto diversi, ma sotto un certo aspetto complementari. La conclusione cui si arriva è straordinaria per la simmetria degli eventi: i due avvelenamenti arrivano e confluiscono dopo una serie di eventi negativi che coinvolgono i due personaggi e di cui essi sono nello stesso tempo vittime e artefici. Interessante è anche il ruolo giocato dal ministro degli Esteri che alla fine pare essere il punto di equilibrio fra le due vicende, l’asse di simmetria.

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