Perché voterò al referendum, e voterò SÌ

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Il 21 giugno andrò a votare per il Referendum. Dopo lo scippo delle preferenze, il referendum è l’ultima possibilità per i cittadini di esprimere la loro volontà nei confronti di una legge. Si può esprimere un SÌ o un NO. Utilizzare l’astensionismo per impedire l’abrogazione di articoli che i promotori del referendum giudicano sbagliati, significa:

a) utilizzare il comportamento degli incerti, degli impossibilitati, dei menefreghisti, etc. come frutto di una scelta politica. E questa è già di per sé una truffa. Se uno vuol fare una scelta politica ha lo strumento del NO.

b) togliere anche quel poco di valore che il referendum abrogativo ha per i cittadini nei riguardi di leggi dello Stato. Cioè ridurre lo spazio democratico.

Quindi, secondo me è doveroso andare a votare. La costituzione, richiedendo il quorum del 50% per rendere validi i risultati del referendum, probabilmente ha commesso un errore di ottimismo.

Che cosa votare.

I quesiti referendari, se ottengono il risultato di abrogare gli articoli incriminati, non determinano un miglioramento decisivo della legge. Ad esempio, non sarà introdotto il voto di preferenza; e ci sarà una svolta importante verso il bipartitismo (contro il bipolarismo). Ma avrà comunque due effetti positivi:

a) Uno degli articoli da abrogare, se passasse vieterebbe le candidature multiple, che è già un passo avanti verso la sottrazione di un potere vincolante ai capetti di partito (le opzioni);

b) dimostrerà che i cittadini, in maggioranza, giudicano questa legge una porcata, come l’ha definita il suo estensore e oggi suo difensore Calderoli. E che quindi invitano pressantemente il parlamento a riformarla.

Quindi credo che sia giusto votare SÌ, se si ritiene la legge una “porcata” o un “porcellum” come è di moda dire.

Ma c’è un’altra considerazione: l’effetto a breve dei risultati del Referendum. Molti constatano che se vincessero i SÌ, a trarne vantaggio sarebbe Berlusconi, che potrebbe intascare il premio di maggioranza per il suo partito (PdL), di gran lunga il più forte, lasciando l’alleato leghista a bocca asciutta. Questo è vero. E infatti la Lega è contrarissima, e il Berlusca, temendo difficoltà per la legislatura in corso, preferisce non osteggiare l’alleato.

Domanda: è legittimo votare per una legge, quindi una regola che serve a rendere più razionale la convivenza della comunità, e che quindi dovrebbe servire a tutti i cittadini, facendo calcoli di bassa bottega politica? Cioè facendo quello che ha fatto la Lega (e il Berlusca) quando ha proposto e fatto approvare questa legge (il porcellum) alla fine del 2007 con il trasparente obiettivo di rendere difficile la probabile vittoria di Prodi nel 2008? O quello che sta facendo ora la lega, per evitare che l’alleato principale, il Berlusca, possa svincolarsi dai suoi ricatti?

Io credo di no. Credo che si debba votare per una legge, o una norma che si ritiene giusta nella regolazione dei rapporti fra i cittadini e fra i cittadini e lo stato, indipendentemente dai bassi giochi delle politica. Per cui, io voterò SÌ anche se so che se vincessero i SÌ l’unico ad essere avvantaggiato sarà il Berlusca. 

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