Lotta alla droga: verità o menzogna?

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Guardando quel video non può sfuggire una cosa: tutta l’enfasi che viene data al proibizionismo relativo all’assunzione e alla spaccio delle droghe, ben lungi dal dare come risultato la tutela della salute, soprattutto dei più giovani, dà come risultato:

1) che l’assunzione della droga, considerata fatto criminale, va ad alimentare quel sottomondo, “criminale” appunto, che ruota attorno ad ambienti degradati come quelli che si vedono nel filmato, e altri ancora più degradati.

2) contribuisce ad aumentare (non a diminuire!) la mortalità per droga: tagli con sostanze tossiche, overdose, malattie infettive come l’AIDS, etc. Vi sono benemerite associazioni di volontariato che, anziché respingere i drogati, li aiutano, girando di notte con i loro furgoni, fornendo siringhe e quant’altro, nel tentativo di diminuire contagi e anche mortalità.

3) affolla le carceri con persone che non hanno commesso altro crimine se non il consumo di droga, o il suo micro spaccio (i grandi spacciatori naturalmente in carcere non ci vanno).

4) provoca morti evitabili, per ragioni diverse, come è avvenuto recentemente per Cucchi. Ma chissà quante altre volte si sono verificati episodi simili mai giunti agli onori della cronaca.

Togliere il proibizionismo potrebbe far correre il rischio di aumentare il numero di addetti alle droghe in un primo periodo? Forse sì. Ma certamente, dopo un periodo di rodaggio, il numero degli addetti si stabilizzerebbe, come è stabile il numero degli addetti all’alcool (dei quali nessuno si scandalizza, e a nessuno verrebbe in mente di considerarli criminali da rinchiudere in carcere).

Esiste un esperimento vero nella storia dell’umanità, di proibizionismo: è stato quello dell’alcol negli USA negli anni Trenta. I risultati di quel proibizionismo sono stati disastrosi ed è quindi stato abolito. Mi sembra che per la droga il problema sia molto simile (l’alcol è una delle droghe più pesanti e più pericolose per la salute e per la vita, eppure il suo commercio è libero).

Se si vuole lottare contro la droga, lo si faccia aiutando tutte le associazioni di volontariato che effettivamente lavorano per aiutare gli addetti ad uscire dalla loro condizione, un po’ come avviene per gli alcolisti anonimi. La lotta alla droga, come la lotta all’alcol e al fumo di sigaretta è un problema culturale. È quella la via che si dovrebbe perseguire: contrastare l’accesso alle droghe con la convinzione e la ragione.

Per finire, vorrei chiedere: qual è il vero scopo del proibizionismo relativamente alle droghe, tutte, indipendentemente dalla loro pericolosità?

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