LA SEQUENZA DEL FIORE DI CARTA (da Amore e rabbia), PierPaolo Pasolini e altri, 1969

Pierpaolo_Pasolini_2

Si tratta di uno dei cinque episodi del film Amore e rabbia. Gli altri episodi sono: L’indifferenza di Carlo Lizzani, Agonia di Bernardo Bertolucci, L’amore di Jean-Luc Godard e Discutiamo, discutiamo di Marco Bellocchio.


I primi due episodi sono collegati a due parabole del Vangelo di San Luca: la parabola del buon Samaritano e la parabola del fico sterile. In L’indifferenza il regista mostra come in una grande città fatti gravissimi di sangue o anche solo manifestazioni di miseria totale vengano osservati dalla gente con totale indifferenza. Anche il semplice atto di prestare soccorsi ai feriti di un incidente stradale diventa un problema. In Agonia, un vescovo alla fine della vita ripercorre in uno stato onirico i contenuti della propria vita, verificandone la sterilità. In L’amore il tema principale è l’incompatibilità di un amore fra due persone della quali una si sente vincolata ai valori della sinistra rivoluzionaria, l’altra ai valori della borghesia conservatrice. Infine, in Discutiamo, discutiamo il regista ricostruisce in modo grottesco le discussioni che nel Sessantotto avvenivano all’interno delle università occupate fra studenti che vedevano nella contestazione una forma per ottenere una riforma democratica delle università da una parte e dall’altra l’inizio di una rivoluzione globale che si pone l’obiettivo del potere nella società.

La sequenza del fiore di carta ha per protagonista Ninetto Davoli, un giovane disoccupato, Riccetto, di carattere allegro che percorre le strade della città senza complessi, felice di vivere, magari alla ricerca di un posto di lavoro. Chiacchiera con l’uno e con l’altro, il suo passo è leggero, spesso allarga le braccia quasi a simulare il volo, è sorridente. Insomma il mondo gli appare come il felice involucro nel quale si svolge la sua vita. Tutto il resto sembra lontano. E lontano infatti sono le immagini che si sovrappongono in trasparenza alla passeggiata del ragazzo, e che rappresentano le tragedie che compongono questo involucro: personaggi come Johnson, invasore del Viet Nam e teorico dell’escalation nella guerra, incoronato presidente degli Stati Uniti; contestazioni per le strade e pestaggi delle varie polizie; azioni di guerra, bombardamenti su città indifese, etc. Ma Ninetto non vede queste cose, sono fuori dall’involucro. Quello che gli interessa è una bel fiore rosso che tiene fra le mani. Ma non è un fiore vero: si tratta di un fiore di carta, di una falsità. Allora Dio lo richiama. Riccetto guardati attorno, il mondo non è come credi tu. La tua innocenza ti fa vedere cose che non esistono. Il fiore che porti è di carta. Sta attento, l’innocenza è pericolosa se è cieca. Gli innocenti ciechi muoiono. Ma Ninetto non lo sente. Continua la sua allegra camminata per le vie della città, mentre in trasparenza si vedono immagini di bambini uccisi dagli atti di guerra che gli circondano; finché la camminata si interrompe e Ninetto cade a terra morto proprio come quei bambini che si sono visti in trasparenza. L’innocenza ha pagato il suo prezzo.
L’aspetto principale del film è la presenza delle immagini in trasparenza che mostrano gli orrori di una società repressiva, violenta, sovrapporte alle immagini dell’innocenza colpevole (perché cieca, perché non sente il richiamo di Dio che mette in guardia). L’episodio termina con un vero colpo di teatro: mentre Riccetto cammina allegramente, compaiono in trasparenza le immagini di un bombardamento e si vede la morte di un fanciullo riverso a terra con le braccia allargate. Improvvisamente l’immagina torna su Ninetto che cade morto in un atteggiamento molto simile a quello del bambino. L’innocenza inconsapevole può portare a morte. L’innocenza di Riccetto è inconsapevole come quella del bambino, ma a differenza di quest’ultimo, è colpevole perché non ha risposto al richiamo della ragione. Per questo la ragione (Dio) lo condannerà a morte.
Ninetto Davoli è il protagonista e, nella recitazione, richiama gli atteggiamenti che già si sono visti in precedenza in Uccellacci e Uccellini quando interpreta la parte del giovane amico e allievo del frate che prega gli uccellacci e gli uccellini e in quella dell’angelo in Teorema, ovvero del postino che porta alla casa borghese i due telegrammi: quello che preannuncia dell’arrivo dell’ospite e quelle che ne preannuncia la partenza. In entrambi i casi il senso di allegria, spensieratezza è alla base del comportamento dei personaggi, e Ninetto li realizza in modo simpatico.

Scrivi un commento