IL GIARDINO DELL’EDEN (The Garden of Eden) di Ernest Hemingway, postumo, 1987)

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Romanzo inedito, iniziato da Hemingway nel 1946, ripreso in diverse occasioni nel corso della sua vita, ma alla fine abbandonato. Ne è rimasto un manoscritto molto esteso, in parte anche dattiloscritto. Il manoscritto è stato pubblicato dopo la morte dello scrittore dalla vedova Mary, che lo ha sfrondato e ne ha fatto delle modifiche sostanziali.
Nella presentazione, tuttavia, si afferma che nulla è stato aggiunto al testo dello scrittore, mentre sarebbero state soppresse solo quelle parti che apparivano ripetitive o sovrabbondanti e che non aggiungevano nulla alla vicenda. In realtà, se confrontiamo il contenuto del romanzo pubblicato e la narrazione che ne fa Kenneth S. Lynn, che ha avuto modo di leggere il manoscritto nella sua integralità, si vede che le differenze sono di non piccolo conto, ed entrano nel cuore stesso del romanzo.


Nel romanzo pubblicato vi sono 4 parti. I protagonisti sono una coppia di giovani sposi, David e Catherine Bourne, in viaggio di nozze.
Nella prima parte siamo a Le Grau du Roi, in Provenza, sul golfo di Aigues-Mortes. La coppia vive un rapporto, fatto prevalentemente di dialoghi che esprimono intenso reciproco amore, di baci, di abbracci, di effusione erotiche, che si ripetono nella camera da letto, o al bar, o al ristorante o sulla spiaggia. Hemingway ama soffermarsi su particolari e in particolare sull’aspetto fisico soprattutto della donna (colore dei capelli, colore della pelle sempre più abbronzata, vestiti indossati o assenza di vestiti, etc.). Frequenti sono le soste e gli incontri al bar, e si nota un marcato gusto dello scrittore di soffermarsi sui i vari tipi di bevanda che di volta in volta vengono assunti dai protagonisti o da chi li accompagna (drink di ogni tipo, spesso ghiacciati, forti, etc). I pasti al ristorante o sulla spiaggia e i vari cibi che vi vengono serviti in genere sono espressioni della cucina locale, e soprattutto del gusto dei personaggi, etc. Queste attenzioni si ripetono e si prolungano per tutta la durata del libro, e, occorre dire che alla fine risultano alquanto noiose, mentre aggiungono poco o nulla alle vicende della storia.
Sempre nella prima parte, oltre agli aspetti amorosi del rapporto, ci sono anche quelli della vita di mare: lo scrittore ci descrive la lotta di David con un grosso pesce, un branzino, che richiama, pur rimanendo a un livello decisamente inferiore, la memorabile lotta col delfino descritta in Il vecchio e il mare, e quella presente in un altro romanzo inedito, le Isole nella Corrente, di David uno dei figli del protagonista Thomas Hudson.
Nella seconda parte troviamo la coppia sulla costa spagnola. David è uno scrittore, e negli intervalli fra le effusioni amorose con Catherine si dedica a scrivere un romanzo sulla storia del loro viaggio e delle loro avventure. Anche in questa seconda parte le effusioni amorose della coppia ricalcano ciò che abbiamo già visto nella prima parte, con lunghe chiacchierate in cui i due si scambiano parole e gesti d’amore. Poi stesse descrizioni: vestiti di lei, bevande, cibi, etc. In un viaggio a Madrid i due vanno a visitare il museo del Prado. In questa parte il rapporto fra i due ha una nuova intensità. Catherine vuole dare un impulso più ardito ai loro scambi amorosi e decide, con l’aiuto del parrucchiere, di trasformarsi in un maschietto, per offrire una variante erotica. La variante si estende ulteriormente quando David subisce analoghe modificazioni in modo da presentarsi come femminuccia. Questo scambio viene accettato con entusiasmo dai due, dando vita a un rapporto ardito e inconsueto nei racconti dello scrittore.
La terza parte vede la coppia nuovamente sulla costa provenzale, nei pressi di La Napoule. I rapporti fra i due proseguono come si sono mostrati nelle prime due parti. Ma in questa situazione la coppia incontra una terza fanciulla, Marita. Ben presto si forma un trio. Prima Catherine contrae un’audace amicizia con la ragazza, poi questa ardita amicizia si trasferisce su David, e il rapporto a tre porta a situazioni imbarazzanti. David è coinvolto più del previsto. Interrompe il libro che descrive la storia della coppia e si dedica a racconti che richiamano alla memoria la sua infanzia al seguito del padre, in Africa, alla caccia di elefanti. Questi racconti sembrano essere una forma di dedica a Marita, in contrasto col romanzo interrotto che aveva come elemento protagonista il rapporto con Catherine. Si creano fratture fra i tre. Catherine si convince che l’amore di David per Marita non sia più qualche cosa di aggiuntivo all’amore per lei, ma di sostitutivo. La sua irritazione diventa sempre più palese finché arriva a bruciare i racconti, e a salvare solo il romanzo che la riguardava. David sprofonda nello sconforto.
Nella quarta parte Catherine abbandona la convivenza e se ne va, mentre David e Marita riprendono un rapporto amoroso e David cerca di ricostruire, migliorandoli, i racconti bruciati da Catherine, come anche cerca di ricostruire ciò che in precedenza aveva vissuto con Catherine.
Il libro, tutto sommato, non ha un nucleo narrativo forte. Le vicende sono quelle della evoluzione di una relazione di coppia che trova alti e bassi, inizia, come può finire per motivi che non hanno nulla di drammatico. Anche l’arditezza della forma di rapporto, prima nelle trasformazioni dei due, poi addirittura nel rapporto a tre, non alimenta l’interesse. Gli scambi amorosi sono abbastanza ripetitivi, nelle descrizioni e nelle espressioni verbali, anche se, occorre confessarlo, in alcuni momenti le descrizioni riescono a creare una non indifferente tensione erotica.
Il libro, pur non essendo autobiografico, richiama la parte essenziale della vita amorosa di Hemingway: il suo rapporto con Hadley Richardson, e poi quello con Pauline Pfeiffer che, in un primo tempo, convive con quello di Hadley, e che poi lo soppianta. Anche la perdita dell’intera produzione di racconti da parte di Hadley, viene richiamata dall’episodio del rogo provocato da Catherine.

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