QUADRI

 
 
 

Nasce  a Ferrara il 26 febbraio del 1890 e muore ad Appiano Gentile (CO) il 26 luglio 1972.

All’inizio della sua carriera di pittore fu attratto del futurismo e assieme agli altri appartenenti al gruppo allo scoppio della Guerra del ’15-‘18 fu interventista e si arruolò come volontario.

Nel dopoguerra, assieme al gruppo dei Futuristi seguaci di Marinetti, aderì e partecipò alla fondazione dei Fasci di Combattimento in piazza Santo Sepolcro a Milano il 23 marzo del 1919.

Nel 1920 firma assieme a Sironi, Dudreville e altri il Manifesto futurista: “Contro tutti i ritorni in pittura”.

Nel 1923, per iniziativa di Margherita Sarfatti, la storica amante di Mussolini, fu fra i fondatori del Novecento italiano, assieme a Mario Sironi, Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Gian Emilio Malerba, Piero Marussig e Ubaldo Oppi. Assieme a loro (ad eccezione di Oppi che si distaccò dal gruppo), espose alla Biennale di Venezia del 1924. In quella occasione le opere esposte furono quattro: Giovinetta, Ritratto di Mario Chiattone, Una persona due età, L’abbandonata. Lo stile della sua pittura, abbandonato il futurismo, si era avviato verso il ricupero della tradizione classica italiana.

Alla fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta si ispirò soprattutto alla pittura pompeiana e alla statuaria romana.

Aderì al regime fascista. Fu amico di Italo Balbo che, alla fine degli anni Trenta, in quanto governatore della Libia, lo chiamò a Tripoli per affrescare la chiesa di San Francesco.

Successivamente fu nominato insegnante alla Cattedra di scenografia dell’Accademia di Brera.

ACHILLE FUNI