QUADRI

 
 
 

Nasce a Sassari il 12 maggio 1885 e muore a Milano il 13 agosto 1961.

La sue esperienza come pittore nasce nei primi anni del Novecento, a seguito del suo incontro e della sua amicizia con Boccioni. Nel 1913 si avvicina al futurismo con il quadro cui deve la sua notorietà, la testa futurista. La sua vicinanza al futurismo prosegue negli anni successivi. Diventa seguace del gruppo di Marinetti e si schiera con gli interventisti alla guerra del 15-18

Nel 1919 partecipa alla Grande Esposizione Nazionale Futurista di Milano (marzo-maggio). A partire da questo periodo il futurismo dei suoi quadri si sposa con una tendenza verso l’orientamento metafisico. Si schiera con il nascente fascismo.

Nel 1920 firma il manifesto futurista “Contro tutti i ritorni in pittura”. La sua adesione al futurismo si prolunga fino al 1921, quando, complice l’indirizzo di Margherita Sarfatti, la storica amante di Mussolini, ispiratrice della politica culturale del fascismo almeno nel corso degli anni Venti, si avvicina al nuovo classicismo.

Nel ’22 fonda il Novecento italiano assieme a Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Gian Emilio Malerba, Piero Marussig e Ubaldo Oppi. Nel 1924 espone, assieme agli altri cinque (Oppi si è dissociato), alla Biennale di Venezia.

I quadri esposti in un’unica sala dai “sei pittori del Novecento” presentati dalla Sarfatti, sono stati 19; quattro di essi erano dipinti di Sironi: Architetto, Figura, L’allieva, Venere.

Il quadro “La solitudine” del 1925 viene generalmente considerato come l’inizio del distacco dal classicismo e l’avvicinamento a uno stile sempre più marcatamente espressionista e drammatico.

La sua adesione al fascismo si realizza successivamente soprattutto con illustrazioni alle riviste e ai giornali, e si prolunga fino alla caduta del regime.

MARIO SIRONI