LE AVVENTURE DI PINOCCHIO, di Collodi

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Riassunto, per rammentare tutte le sue avventure in ordine cronologico.

Mastro Ciliegia vuol modellare un vecchio pezzo di legno, ma sente che dal legno provengono delle voci che si lamentano. Sviene. Arriva Mastro Geppetto, che vuole un pezzo di legno per farne un burattino. Fra i due c’è incomprensione e vengono alle mani. Alla fine Ciliegia, per disfarsene, regala a Geppetto il legno parlante. Geppetto modella un burattino, che subito, man mano che i diversi organi vengono costruiti, si mette a fare dei dispetti. Il naso diventa lunghissimo.

Appena Geppetto ha finito i piedi, il burattino, che ora si chiama Pinocchio, scappa. Un carabiniere lo ferma, ma pensando che Geppetto lo voglia maltrattare, lo libera e porta in prigione il vecchio. Pinocchio in casa ha un colloquio con il grillo parlante che lo invita a fare il bravo. Infastidito lo uccide tirandogli un martello. È notte. Pinocchio ha molta fame, ma non c’è nulla da mangiare. Corre in paese a cercare un po’ di pane. Suona a una casa. Un tipo si affaccia alla finestra e lo inonda con un secchio d’acqua. Quando torna a casa, si addormenta con i piedi nel focolare. I piedi gli bruciano. Geppetto al mattino rientra. Vede il burattino in quelle condizioni. Gli rifa i piedi e, da padre premuroso, gli dà da mangiare le tre pere che aveva riservato per la propria colazione. Pinocchio promette di fare il bravo. Geppetto gli fa un vestito di carta e vende la propria giubba per comprargli l’Abbecedario per andare a scuola.

Il mattino dopo Pinocchio va a scuola, ma strada facendo vende l’Abbecedario per comprarsi un biglietto per un teatro di Burattini. I Burattini, vedendolo fra il pubblico gli fanno una gran festa e interrompono la commedia. Il burattinaio Mangiafuoco si arrabbia, vede Pinocchio e lo vuole usare come legna da ardere. Poi si commuove e lo risparmia. Anzi gli dà cinque zecchini d’oro da portare al padre.

Incontro con il Gatto e la Volpe. I due malandrini lo convincono ad andare al paese dei Barbagianni, dove, dicono, potrà seminare gli zecchini per farli moltiplicare. I tre fanno sosta all’osteria del Gambero Rosso. Nel corso della notte, Pinocchio, non trovando più i due compagni di viaggio, decide procedere da solo, nonostante lo spirito del Grillo Parlante lo sconsigli e lo metta in guardia dall’incontrare gli Assassini.

Incontro con gli Assassini. Questi vogliono portargli via gli zecchini. Egli scappa e gli Assassini lo inseguono. Raggiunge una casa e cerca di rifugiarvisi. Al suo frenetico bussare si affaccia una bambina dai capelli turchini, che tuttavia non gli apre. Pinocchio viene catturato dagli Assassini che lo impiccano, nella speranza di sottrargli i zecchini.

La fanciulla dai capelli turchini, vedendolo penzolare dalla forca, chiama il falco, che taglia la corda e adagia il burattino al suolo. Poi chiama il Can-barbone che lo va a prendere con la lettiga. Alla fine chiama tre dottori per curarlo: il corvo, la civetta e il grillo parlante. Pinocchio si riprende. Per salvarsi dovrebbe inghiottire una medicina amara. Egli non lo vuole fare. Allora la fata chiama i becchini: quattro conigli neri che trasportano una bara. Il burattino si spaventa e beve la medicina. In questa occasione Pinocchio dice tre bugie e vede allunarsi il naso in modo spropositato. Allora si pente, e chiede il permesso di andare incontro al padre che la fata ha provveduto a far chiamare.

Nuovo incontro con il Gatto e la Volpe che lo indirizzano alla città di acchiappa-citrulli, dove vivono animali che, per avidità, hanno perso le loro caratteristiche più belle: il pavone la coda, la pecora la lana, la gallina il barbaglio, le farfalle le ali, etc. Lì nei pressi c’è il Campo dei Miracoli, dove, seppellendo gli zecchini, si dovrebbero vedere, nel giro di poche ore, spuntare alberelli pieni zeppi di monete. Pinocchio esegue, poi torna in città per attendere il momento giusto. Quando torna al campo però non vede nulla. Un pappagallo sull’albero ride della sua dabbenaggine e gli spiega che il Gatto e la Volpe lo hanno truffato.

Il burattino decide di denunciare il malfatto. Il giudice lo ascolta e lo condanna alla prigione. Dopo quattro mesi, tuttavia, viene fatto uscire per amnistia.

Pinocchio scornato, vuole tornare a casa e fare il bravo. Per strada incontra un serpente che gli impedisce il cammino: è grosso, verde e la coda gli fuma. Inutilmente aspetta che il serpente se ne vada. Tenta di scavalcarlo, ma si impaurisce, fa un passo in dietro, e cade a testa in giù. Il serpente si mette a ridere, e ride tanto che crepa. Il burattino allora può passare. Strada facendo gli viene fame. In un campo vicino c’è dell’uva moscatella. Egli va per prenderne un grappolo, ma viene catturato da una tagliola. Il padrone del campo lo trova il mattino dopo, e per punirlo gli fa fare il cane da guardia, mettendogli un collare e legandolo alla catena. Nella notte quattro faine gli si avvicinano e cercano di corromperlo, in modo che esse possano papparsi le galline. Ma egli avverte il padrone, il quale, per riconoscenza gli rende la libertà.

Pinocchio riprende finalmente la via di casa. Passando dove c’era la casa della fata, trova al suo posto una lapide dove sta scritto che la bambina dai capelli turchini è morta per il dolore di essere stata abbandonata dal fratellino. Triste e sconsolato va in cerca del padre. Un grosso piccione lo avverte che il padre lo sta cercando dappertutto, e ora è salito su una barchetta per cercarlo oltremare. Egli convince il colombo a farsi prendere i groppa e volare fino alla riva, dove giuntovi, vede il padre lottare contro i marosi. Poi la barchetta scompare. Pinocchio si tuffa. Nuota tutta la notte e approda su un isola, chiamata “Delle Api industriose”. Un delfino lo avverte che il padre è stato inghiottito da un enorme pescecane grande come un palazzo di cinque piani.  Il burattino, sconsolato, giunge alla città, dove tutti sono indaffarati. Ha fame, chiede un tozzo di pane, ma per darglielo pretendono che si metta a lavorare. Egli rifiuta. Alla fine incontra una vecchina che lo porta a casa sua. La vecchina non è altro che la Fata dai capelli turchini, che ancora una volta lo perdona, e lo invita a fare il bravo ragazzo. E in realtà, per un certo tempo, il burattino lo diventa. Va a scuola e studia per bene. Gli amici invidiosi però, un giorno lo fanno disertare per portarlo in riva al mare a vedere il grande pescecane. Naturalmente il pescecane non c’è. Si tratta di uno scherzo. Pinocchio si arrabbia, e fra lui e gli altri si svolge una rissa, durante la quale un pesante libro scagliato come proiettile ferisce uno dei compagni di scuola. I carabinieri arrivano e incolpano Pinocchio che viene portato in prigione. Pinocchio tuttavia riesce a scappare. Corre inseguito dal cane poliziotto, Alidoro, che quasi riesce a prenderlo. Sulla riva del mare entrambi finiscono in acqua. Il cane non sa nuotare, e Pinocchio lo aiuta a salvarsi. Il cane gli sarà riconoscente.

Pinocchio nuota verso uno scoglio dove c’è una grotta dalla quale esce del fumo. Mentre sta per entrare nella grotta, si trova catturato da una rete. Il pescatore, un omaccio tutto verde lo vuole mangiare come se fosse un pesce. Mentre sta per friggerlo, Alidoro, il cane riconoscente, si precipita nella grotta e strappa il burattino dalle mani del pescatore.

Pinocchio pentito di tutto torna alla città, alla casa della fata dai capelli turchini. È notte. Egli bussa alla porta, ma risponde solo una lumaca che gli dice che la Fata sta dormendo e non vuole essere svegliata. Pinocchio ha fame, chiede da mangiare, e la lumaca glielo porta. Ma per scendere dal quinto piano impiega tutta la notte, e il cibo che gli porta è finto. Mentre Pinocchio è in preda alla disperazione, la Fata scende e lo perdona ancora una vola, promettendogli che se si comporterà bene egli potrà diventare un bambino in carne e ossa.

All’inizio il burattino si impegna veramente a studiare. La prospettiva di diventare presto un bambino in carne ed ossa è allettante. Tuttavia, ancora una volta le cattive compagnie lo distraggono. Lucignolo è in partenza per “Il paese dei balocchi”, un posto bellissimo dove non ci sono né libri, né maestri, dove non si studia, dove tutti i giorni è vacanza. Pinocchio è tentato e assieme a Lucignolo sale sul carretto tirato da dodici pariglie di ciuchini, che lo porterà in quel meraviglioso posto.

Tutto va per il meglio, la Fatina è presto dimenticata, senonché dopo qualche mese Pinocchio, assieme a Lucignolo, viene trasformato in un ciuco, e viene venduto sul mercato. Lo acquista il proprietario di un circo, che a furia di bastonate gli insegna dei giochetti, e lo farà esibire sotto il tendone davanti a una folla di bambini incuriositi. Pinocchio è disperato, ma deve fare tutto quello che gli viene ordinato. Durante un esercizio cade e si rompe una gamba. Il proprietario del circo non può più farlo lavorare, e lo vende a un tipo che ne vuole utilizzare la pelle per fare un tamburo. Questi lo porta al mare, e gli lega un sasso al collo per farlo affogare e ricavarne così la pelle integra. Il ciuco in questo modo affoga, ma la Fata dai capelli turchini manda dei pesciolini che mangiano tutta la carne del ciuco morto, e restituiscono il burattino di legno alla sua forma originale. Pinocchio, così ritornato alla vita, fugge mettendosi a nuotare, e corre verso uno scoglio dove lo aspetta una capretta dal pelo turchino come i capelli della fata. Ma strada facendo viene inghiottito dall’enorme Pesce-cane che imperversa in quei mari. Assieme a lui viene inghiottito anche un tonno, che invita Pinocchio, ancora una volta disperato, a rassegnarsi. Pinocchio tuttavia nel fondo del ventre del Pesce-cane vede un lumino. Si avvicina, e scopre che quel lumino è una candela accesa su un tavolo dove un vecchietto, Geppetto in persona, sta mangiando. I due, fra baci e abbracci, si raccontano reciprocamente le loro avventure, e Pinocchio decide che si può scappare. Poiché Geppetto non sa nuotare, Pinocchio lo prenderà sulla schiena. I due percorrono il ventre del pescecane fino alla bocca e poi si tuffano in mare. Pinocchio arranca a fatica, ma in suo soccorso arriverà il tonno che era stato inghiottito assieme a lui, e che in questo modo gli manifesterà la sua riconoscenza per avergli mostrato il modo di fuggire.

Giunti alla riva, padre e figlio camminano fino a trovare una povera capanna nel bosco. Nella capanna abita il grillo parlante, che dice a Pinocchio che la Fata se ne è andata. Poi fa la solita lezione al burattino, che, questa volta, lo ascolta contrito. Pinocchio lavora alacremente per mantenere il padre, piuttosto malconcio, studia per proprio conto, insomma diventa bravo, come tutti quelli che gli vogliono bene si aspettano da lui. Riesce a mettere via anche qualche soldo per comprarsi un vestito nuovo. Ma mentre si reca a fare l’acquisto, incontra la lumaca che gli aveva aperto la porta nella casa della Fatina tempo addietro. E la lumaca lo informa che la Fatina è molto malata, e che non ha più soldi per curarsi. Pinocchio senza esitare dà alla lumachina i soldi destinati al vestito, e dichiara di voler aiutare quella che ormai considera come sua mamma.

Dopo di ciò Pinocchio torna a casa, e si addormenta. Al suo risveglio il burattino non c’è più e al suo posto c’è un bambino in carne ed ossa, Geppetto è perfettamente ristabilito e la capanna è diventata una bella casa, dove i due potranno vivere felici e contenti.

 

Che cosa si può scrivere come commento? Beh, mi sforzo: dopo averlo letto, alla mia tenera età, sono rimasto a bocca aperta come quando lo lessi la prima volta da bambino. 

Ma oggi si legge Harry Potter. Pinocchio non è più di moda. La vera avventura in questo mondo TV dipendente è la guerra fra il bene e il male, non lo sforzarsi di capire dove sta il bene e dove sta il male. Pinocchio cerca di farcelo capire, con le prediche che riceve e con l’esperienza delle sue disavventure.

1 Commento a “LE AVVENTURE DI PINOCCHIO, di Collodi”

  1. baby scrive:

    bellissimo pinocchio

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