“Ultima cena”, la performance di Vanessa Beecroft al PAC

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Al Padiglione d’Arte Contemporanea a Milano la Beecroft ha presentato una performance dal titolo “L’ultima cena”. Venti immigrati africani seduti a una tavolo di cristallo, vestiti con abiti diversi: da smoking ad abiti di tutti giorni in diverso stato di conservazione, che mangiano carne senza stoviglie e senza posate.

Qui l’articolo sul corriere, le foto e la ripresa video:

http://tinyurl.com/dxbdhk

Ultima Cena

Intervista a Vanessa Beecroft 

Nell’intervista la Beecroft sembrerebbe attribuire a questa performance una specie di richiamo di attenzione del pubblico e quindi della gente in genere verso gli immigrati.

Devo confessare che personalmente sono stato infastidito. Le performance fanno parte delle forme di arte contemporanea e vengono presentate come forme che esprimono un’idea attraverso una rappresentazione dinamica.

Non mi sogno certamente di criticare forme di arte nuova che possa stimolare riflessioni. Tuttavia in questo caso il fastidio di vedere 20 neri alle prese con un pasto, anziché farmi pensare ai problemi, all’interesse, e alla sofferenze di gente immigrata nel nostro paese alla ricerca di una possibilità di vita, mi ha fatto pensare alla vergogna che mi sembra di avvertire in persone che espongono ad un pubblico un fatto così intimo come il mangiare: tutti assieme, e in modo così triviale. Non riesco a non pensare ad una forma di voyerismo su uno sfondo razzista.

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