Archivio di luglio 2010

CANALE MUSSOLINI, di Antonio Pennacchi

venerdì 30 luglio 2010

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Si tratta di una saga familiare, i Peruzzi, dei quali l’autore descrive le peripezie nel corso di un quindicennio, dal 1930 al 1945. Il perno del romanzo è la bonifica delle paludi pontine e il loro popolamento, come agro Pontino appunto, da parte di una popolazione immigratavi dall’area veneto-friulana-romagnola.

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ACCIAIO di Silvia Avallone

lunedì 19 luglio 2010

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Ero molto incuriosito da questo libro, osannato dalla stampa, dalla TV, dalle critiche in genere, come un romanzo che si proponeva di ricuperare aspetti che in questa società dei consumi e della globalizzazione sembravano svaniti: il mondo operaio, le periferie urbane, la vita come fine a se stessa, la ricerca di momenti di felicità, la valorizzazione dei sentimenti nei rapporti reciproci. Francamente la lettura mi ha profondamente deluso.

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VEDI ALLA VOCE: AMORE, di David Grossman

sabato 17 luglio 2010

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«L’arbitrio di una forza esterna che irrompe con violenza nella vita di un uomo, di un’anima, è il tema ricorrente in quasi ogni mio libro. In Vedi alla voce: amore era il nazismo». Con queste parole David Grossman fornisce la chiave di lettura di un romanzo complesso, di rara intensità, che ha come argomento l’olocausto. Nella prefazione, Paolo Mauri scrive: «L’enorme letteratura sull’Olocausto si può dividere, molto approssimativamente, in due grandi filoni: quello che mostra la Cosa e quello che, la Cosa, la interroga. Nel primo caso l’esibizione (ben diversa dalla fredda documentazione che, per esempio, si può vedere oggi in quelli che furono i lager) è simile alla pornografia. Si mostra l’orrore come si mostra la carne e il lettore si trasforma in un voyeur dell’orrore. […] Il secondo filone, [è] quello che la Cosa la interroga, senza tacerne i dettagli significativi, ma senza sentire il bisogno di mostrarla». In questo filone «la Cosa viene esplorata nella facce della gente, nelle parole: anch’esse così normali da far più orrore di un mostro vero e proprio; viene ricostruita nei ricordi dei superstiti (vittime e assassini), anch’essi così comuni e pieni – parlo delle vittime – di dolore e di lacrime da far pensare: ma come è potuto accadere così normalmente

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SHAKESPEARES SONNETTE, Teatro Nuovo di Spoleto, 53° Festival dei due mondi – Recensione di Jacopo Feliciani

lunedì 5 luglio 2010

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Un immenso drammaturgo quale Shakespeare ingenera sempre molta polemica a partire dalla biografia… Michelangelo Crollalanza in Sicilia diventa William “shake the speare” (“scuoti la lancia”) a Stratford-upon-Avon? I sonetti di Shakespeare vengono a ingarbugliare ulteriormente l’interrogativo o fanno chiarezza e rendono più chiara la comprensione? Uno spettacolo è in grado di risolvere interrogativi? In Italiano non si può partire bruscamente con questi interrogativi, ma il drammaturgo per eccellenza non lascia scappatoie di alcun genere.

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CAINO, di José Saramago

domenica 4 luglio 2010

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A distanza di 18 anni, Saramago ritorna sui sacri testi. Nel 1991 col Vangelo secondo Gesù Cristo si è cimentato col Nuovo Testamento. Nel 2009, col suo ultimo libro, Caino, appunto, si è cimentato con l’Antico Testamento. Il romanzo comincia con la creazione di Adamo ed Eva, il paradiso terrestre, il peccato originale, la punizione, la cacciata. Questo potrebbe essere definito una specie di prologo, nel quale intravvediamo la figura di colui che sarà il protagonista occulto del romanzo: Dio. E lo conosciamo non solo come il creatore di tutte le cose, ma anche come un personaggio interessato soprattutto a se stesso, alla perfezione delle proprie opere come metro della propria perfezione. Ma già nella creazione di Adamo ed Eva commette degli errori: si dimentica di dar loro la parola, poi si accorge che manca l’ombelico, e in entrambi i casi corre ai ripari.

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